Nella prima parte dell’articolo dedicato ai social network abbiamo visto come questi strumenti, appannaggio dei nativi digitali e degli “iperconnessi”, vengano utilizzati sempre più spesso come valido supporto per la didattica, capaci di rivoluzionare completamente l’approccio allo studio, sia da parte dei docenti che degli studenti. Abbiamo parlato quindi di Facebook e del suo risvolto formativo e abbiamo scoperto come le sue potenzialità siano infinitamente maggiori rispetto a quelle invece prettamente sociali, sfatando i pregiudizi che spesso incombono su questa piattaforma. È il momento adesso di parlarvi, come accennavo in precedenza, anche di un altro social network, anch’esso molto diffuso. Si tratta di un servizio di social networking e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo. La sua icona è un uccellino azzurro, il suo nome è Twitter, un servizio che si pone a metà tra il comunicativo e il cognitivo, tra instant messaging, microblogging e social network.
Creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco, Twitter si è diffuso rapidamente ed è diventato ben presto estremamente popolare negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, trasformandosi in un fenomeno sociale della stessa portata di Facebook e YouTube.
Il nome di questa piattaforma deriva dal verbo inglese to tweet, espressione onomatopeica che corrisponde all’italiano “cinguettare”, ad indicare proprio il suo carattere distintivo di immediatezza. Questo social network infatti si contraddistingue per una messaggistica istantanea, leggera, breve e rapida, da condividere al volo fra gli utenti della rete, non a caso il suo simbolo è un uccellino azzurro, che cinguetta leggiadro nel cielo di internet. Quale mezzo migliore di questo per la didattica? Un sistema in grado di fornire ambienti di lavoro collaborativi, facilitando la ricerca e la costruzione dell’informazione, la comunicazione sintetica e la cooperazione tra soggetti distanti, di costruire comunità con alti livelli di interazione.
Twitter si rivela in questo modo l’ambiente giusto e propizio per realizzare esattamente questo tipo di crescita, parallela e cooperativa.
Quella che è in realtà una delle manifestazioni più semplici dell’uso delle nuove tecnologie, poiché si basa fondamentalmente sulla forma espressiva scritta, diventa il vero asso nella manica, ciò che rende Twitter lo strumento preferito degli insegnanti, da cui viene percepito come particolarmente congeniale al proprio stile cognitivo, formatosi su una cultura di tipo essenzialmente testuale.
Il docente si pone così in qualità di co-utilizzatore di ambienti di apprendimento già progettati per consentire percorsi attivi e consapevoli.
I maggiori elementi di forza della tecnologia Twitter sono la facilità, l’immediatezza e l’economicità con cui i messaggi possono essere creati, diffusi e aggiornati.
Twitter può essere utilizzato dal docente come uno strumento per organizzare il lavoro scolastico secondo gruppi di apprendimento, in cui ciascun partecipante potrà fornire il proprio contributo allo svolgimento delle attività didattiche alla pari con i compagni, non soltanto in presenza, ma anche a distanza e in modalità asincrona, sfruttando le potenzialità di internet, ormai sempre più presente nelle scuole e nelle famiglie. Si potrebbe ricorrere a Twitter ad esempio anche per indicare ai propri studenti i compiti da svolgere, per le comunicazioni scuola-famiglia, creando differenti canali di aggiornamenti su news, conferenze, scadenze, gare sportive, etc.
Questo social network favorisce la partecipazione di tutti gli utenti in un ambiente facilmente utilizzabile e non competitivo, in cui ciascuno viene responsabilizzato. I più introversi saranno facilitati dalla mediazione della rete nell’esporre il proprio punto di vista, i più capaci impareranno meglio insegnando agli altri, i meno abili potranno trovare una motivazione e un proprio spazio.
Ogni utente, quindi, riesce a personalizzare il proprio processo di apprendimento o formazione in servizio secondo gli spazi, i tempi e i ritmi a lui più congeniali. Twitter può essere così utilizzato efficacemente sia in modalità passiva, quindi come semplice strumento per l’accesso alle informazioni, sia in modalità attiva per la comunicazione e la condivisione della conoscenza. Ma il vero valore aggiunto di Twitter è rappresentato dal suo impiego in modalità attiva, ancora più stimolante nell’attività didattica. Lo studioso Thomas Barrett indica a questo proposito ben 35 modi diversi di usare efficacemente Twitter con gli studenti, tra cui raccogliere dati su argomenti o fatti storici, geografici, scientifici da rielaborare in relazioni o articoli, riassumere in concetti chiave degli argomenti concordati, identificarsi in un personaggio famoso e riassumere le sue idee, punti di vista ed esperienze, alternare pro e contro in relazione ad un problema. Twitter inoltre può rivelarsi uno strumento efficace anche per riconoscere l’importanza dell’apprendimento fra pari nella formazione della persona, acquisire strumenti didattici nuovi per la scrittura cooperativa, rendere gli studenti attivi e compartecipativi coinvolgendoli in un lavoro di gruppo e stimolare il confronto fra pari. Il cinguettio di Twitter richiama ormai sempre più spesso la sua attenzione e non delude le aspettative, specie dei docenti che sempre più numerosi si affidano alle risorse di questo strumento. Ma bisogna dire che anche Instagram d’altra parte si è fatto strada negli ultimi anni nel mare del web e sta prendendo sempre di un più una piega didattica, specie per il suo bacino d’utenza, non solo vastissimo, ma composto in larga parte da ragazzi e giovanissimi. Ma ne parleremo meglio nella terza ed ultima parte di questo articolo.