Ci sono forme di intelligenza considerate sopra la media che dal punto di vista psicometrico superano i 130 punti ai test di intelligenza validati dalla comunità scientifica di riferimento.
Di primo acchito verrebbe da dire: “fortunato chi nasce con questo dono!”.
Il termine dono (gift) è infatti utilizzato nella lingua inglese per indicare questa forma di intelligenza denominata Giftedness, intesa come “portare un dono con sé”. Un dono un po’ particolare. Un dono che porta quasi sempre con sé lo “svantaggio” di una forte sensibilità emotiva e che la psicologa francese Jeanne Siaud-Facchin con poche e semplici parole ben descrive: “Avere capacità intellettive sopra la media significa avere costantemente l’emozione a fior di labbra e il pensiero ai confini dell’infinito”.
Tradotto in italiano, il termine Giftedness assume le definizioni di alto potenziale cognitivo/intellettivo o plusdotazione. Si tratta di un quadro cognitivo che diverse statistiche a livello mondiale stimano riguardi il 5% della popolazione mondiale e quindi anche il 5% della popolazione scolastica.
Ed è a scuola che gli individui apc/plusdotati incontrano maggiori difficoltà.
Sono alunni e studenti che, nonostante siano curiosi, svegli e vogliosi di conoscere, non partecipano attivamente a tutte le attività didattiche e fanno fatica a socializzare con il gruppo classe.
Hanno una differente struttura intellettiva, il loro pensiero è arborescente e non sequenziale, differenza che loro stessi percepiscono e che spesso li porta ad una (auto)marginalizzazione e in alcuni casi ad essere vittima di bullismo.
Talvolta anche gli insegnanti fanno fatica ad accettare che alunni intellettivamente vivaci non eseguano le attività assegnate e siano particolarmente emotivi.
La vita scolastica degli studenti plusdotati non è facile! Paradossalmente il pericolo più grande a cui sono esposti è l’abbandono scolastico.
Un’indagine condotta dalla VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati Italiana nel corso del 2013/2014 in merito alle strategie per contrastare la dispersione scolastica lo conferma: “I fenomeni di dispersione scolastica non riguardano però unicamente i ragazzi che presentano un livello di competenze insufficiente. Vi è anche un fenomeno opposto, forse meno visibile, ma anch’esso importante, quello degli iperdotati. […] Nella scuola superiore si trovano senza strategie di studio o sfide cognitive adeguate alle loro capacità e aspettative”. Studenti non individuati nella loro specificità, nei loro talenti vivono quindi una scuola che non vale la pena frequentare.
Eccetto l’esito di questa indagine, in Italia poco è stato fatto a livello Istituzionale, nonostante la raccomandazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa n° 1248 del 1994 che evidenzia la necessità di sviluppare il potenziale intellettivo degli studenti plusdotati attraverso strumenti e condizioni di insegnamento particolari.
Secondo tale raccomandazione, gli studenti gifted dovrebbero poter beneficiare di condizioni adeguate di insegnamento, capaci di sviluppare completamente le loro potenzialità, nel loro interesse e nell’interesse della società, perché nessun paese può permettersi di «sprecare» capitale umano.
Molto hanno fatto invece gruppi di interesse e associazioni italiane, costituiti principalmente da genitori di bambini plusdotati che, in concertazione con psicologi specializzati e docenti sensibili al tema, hanno avviato attività divulgative e sollecitazioni istituzionali sempre più intense che hanno condotto il MIUR alla recente costituzione (15 novembre 2018) di un Comitato Tecnico Nazionale per la tutela del diritto allo studio di alunni e studenti ad alto potenziale intellettivo finalizzato a definire:
- linee guida nazionali condivise per l’assistenza di alunni e studenti ad alto potenziale intellettivo
- iniziative atte a favorire la diffusione e il recepimento delle linee guida;
- iniziative funzionali a tutela del diritto allo studio, della salute e del benessere all’interno della struttura scolastica degli alunni e degli studenti ad alto potenziale intellettivo.
Si tratta di un primo passo fondamentale verso l’integrazione e la valorizzazione di questi alunni e studenti, affinché si possano mettere in atto strumenti metodologici e didattici adeguati e si possa eliminare con un’adeguata formazione la convinzione “che gli studenti con un alto potenziale siano già scolasticamente avvantaggiati e che possano raggiungere gli obiettivi di apprendimento e l’eccellenza senza nessun intervento da parte dell’insegnante” (Lassig, 2009; Taylor e Milton, 2006).