Mobilità Transnazionale nel 2023: Il Ruolo dei Viaggi nell’Educazione e l’Impatto delle Nuove Tecnologie

La domanda, forse retorica ma non banale, se abbia un senso parlare di mobilità, e di mobilità transnazionale, nel 2023, non può prescindere dall’analizzare cosa rappresenti un simile tipo...

La domanda, forse retorica ma non banale, se abbia un senso parlare di mobilità, e di mobilità transnazionale, nel 2023, non può prescindere dall’analizzare cosa rappresenti un simile tipo di esperienza per chi si trovi ancora nel proprio percorso di formazione scolastica, ed anche e soprattutto alla luce dei recenti accadimenti storici.

Lo spirito dell’uomo del XX secolo è stato gradualmente sempre più proteso al concetto di viaggio, che da elemento d’élite e figlio da un lato d’una cultura aristocratica, si è lentamente democraticizzato. Nel XXI secolo, la possibilità di viaggiare, complice la globalizzazione (anche dei trasporti e delle vie di comunicazione) ha raggiunto il suo culmine, con tutto l’immane bagaglio esperienziale che ne è derivato, in termini di comprensione dell’altrui cultura ed identità, magnifico sbalordimento dinanzi all’altro, voglia di ampliare, curiosamente, la propria conoscenza. Grande spartiacque della storia recente, tanto simbolicamente quanto fattualmente, è stata la pandemia di COVID-19, che nel 2020 ha congelato le esistenze di centinaia di milioni di persone sparse per il globo, e con le loro esistenze gli stili di vita da essi perseguiti. Uomini, donne e soprattutto giovani uomini e giovani donne, ragazzi e ragazze, hanno osservato tutte le potenzialità della loro età in divenire bloccate dentro il rigore delle mura domestiche, davanti agli schermi dei pc, con gli unici strumenti per viaggiare circoscritti alle loro menti, al sempiterno potere dell’immaginazione. Lo spirito d’avventura, la tendenza a voler balzare oltre la cortina per scorgere cosa ci sia al di là, il salto oltre la porta di casa per addentrarsi in un cammino nel vasto mondo, sono divenuti concetti da relegare nella dimensione del sogno, privando una delle più energiche fasi dell’esistenza della possibilità di esprimere tutta la concretezza della propria vitalità e delle proprie aspirazioni. Mitigatasi la pandemia, e poi formalmente conclusasi, l’umanità ha potuto ricominciare a respirare, ed a prendere coscienza della propria volontà di ritornare ad una esistenza scandita da tutte quelle caratteristiche che l’avevano resa tale ai principi del XXI secolo: l’atto del viaggiare ha ripreso piena consistenza. Nel frattempo, il mondo era cambiato e stava cambiando – e questo verbo può essere declinato al presente tanto più fortemente nel momento in cui questo articolo trova la sua stesura – con un affollarsi di nuove tecnologie che, per quanto preesistenti, trovavano sempre più sviluppo nella curva del loro progresso tecnico e nelle loro applicazioni. Il cambiamento, quando è rivoluzionario, investe prepotentemente ogni ambito dello scibile umano, e non per ultimo il concetto stesso di mobilità, che per quanto apparentemente inamovibile e visceralmente legato all’atto di abbandonare momentaneamente o meno il luogo di propria residenza per spostarsi altrove, si è trovato a confrontarsi con cambiamenti dello stile di vita e con il soffio delle nuove tecnologie. Realtà aumentata, visori, ipotesi di metaverso, sono concetti che tecnologicamente potrebbero sembrare in antitesi con la visione tradizionale di viaggio – e se concepiti come camere stagne lo sono – ma che non devono inquietare, nella misura in cui essi possono implementare e non sostituire la visione di mobilità. Mobilità che, ancora una volta, al netto del turbinio dei cambiamenti e delle modificazioni della forma mentis di molti, ha dimostrato di essere una necessità dell’uomo, e specialmente dei ragazzi e delle ragazze. La comprensione di un mondo che è sistemico, gradualmente sempre più interconnesso, e dove le singole parti hanno una capacità di influenzarsi fra di loro – ed influenzare il sistema – mai raggiuntasi precedentemente, non può prescindere dalla possibilità di vivere un’esperienza all’estero, e costruire una visione quanto più ampia possibile sul macrocosmo, proprio attraverso l’interazione, il raffronto e l’analisi dei tanti multiformi micro-cosmi che lo compongono.

Per rispondere al quesito d’introduzione dell’articolo, viaggiare in Europa e nel Mondo ha pieno senso, e lo ha probabilmente ancor di più degli scorsi decenni, e realisticamente lo avrà ancor di più nei prossimi, se si considerano gli effetti positivi e l’arricchimento che ne derivano, e gli impatti virtuosi – gli outcomes, per utilizzare un lemma propria del linguaggio manageriale – su coloro che sono coinvolti in una simile esperienza, e sul mondo che contribuiranno a costruire: il formarsi, arricchendosi, non si limita al sé, ma a come quel sé influenzerà altre individualità, e tutte quelle individualità la totalità delle cose. L’atto del viaggiare, complementarmente inteso all’atto della formazione, costituisce un elemento di valore aggiunto che è interessante (prima che utile) avere nel proprio bagaglio umano ed esistenziale, e varie sono le iniziative offerte al riguardo dall’Unione Europea attraverso l’Azione Chiave 1 del programma Erasmus+, destinato specificatamente all’ “istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport”. Per chi stia concludendo un percorso per iniziarne un altro, o si trovi ancora nel pieno della propria istruzione, l’augurio è di cogliere tutte le positività intrinseche ad un’esperienza di questo tipo, e, citando il sempre espressivo verso del poeta Orazio, credere fermamente nel “Carpe diem”, giocando il proprio ruolo di parte attiva, e quindi potenziali protagonisti, del grande mondo.

Categories
Erasmus+Learning by moving_Italiano
Vincenzo Orsi

Laureato in Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Basilicata, ed attualmente studente magistrale in Economia e Management presso la medesima università
No Comment

Leave a Reply

*

*

RELATED BY