In queste settimane sempre più classi stanno adottando la DDI, ossia la Didattica Digitale Integrata: di cosa si tratta?
La DDI è una modalità didattica che alterna e/o integra lezioni sulle piattaforme digitali a insegnamenti o attività che si svolgono in presenza, a differenza della nota “didattica a distanza”, che si svolge unicamente con studenti e insegnanti collegati da remoto, tramite l’utilizzo di piattaforme online. Si tratta di un provvedimento da adottare, nelle scuole secondarie di II grado, in modalità complementare alla didattica in presenza, nonché da parte di tutte le istituzioni scolastiche di qualsiasi grado, qualora emergessero necessità di contenimento del contagio o si rendesse necessario sospendere le attività didattiche in classe a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti.
L’emergenza sanitaria ha comportato, ormai da due anni, l’adozione di provvedimenti normativi che hanno riconosciuto la possibilità di svolgere “a distanza”, per questo il Ministero dell’Istruzione ha fornito un quadro di riferimento entro cui progettare le attività scolastiche, con particolare riferimento alla necessità per le scuole di dotarsi di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata.
Nelle Linee guida per la Didattica digitale integrata del MIUR si legge:
Ogni scuola assicura unitarietà all’azione didattica rispetto all’utilizzo di piattaforme, spazi di archiviazione, registri per la comunicazione e gestione delle lezioni e delle altre attività, al fine di semplificare la fruizione delle lezioni medesime nonché il reperimento dei materiali, anche a vantaggio di quegli alunni che hanno maggiori difficoltà ad organizzare il proprio lavoro.
A tale scopo, ciascuna istituzione scolastica individua una piattaforma che risponda ai necessari requisiti di sicurezza dei dati a garanzia della privacy, tenendo anche conto delle opportunità di gestione di tale forma di didattica che sono all’interno delle funzionalità del registro elettronico, assicuri un agevole svolgimento dell’attività sincrona […] e risulti fruibile, qualsiasi sia il tipo di device (smartphone, tablet, PC) o sistema operativo a disposizione.
Google Workspace for Education, adottata da migliaia di scuole, si conferma essere la piattaforma ideale anche per questa modalità didattica, attraverso una serie di strumenti e funzioni che consentono di connettere e far collaborare studenti (e docenti) che si trovano in luoghi diversi. Vediamone alcuni.
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Verifiche con Google Moduli
Nelle Linee guida per la Didattica digitale integrata del MIUR si legge che, in caso di DDI, la valutazione deve essere costante, deve garantire trasparenza e tempestività e deve assicurare feedback continui sulla base dei quali regolare il processo di insegnamento/apprendimento.
Google Moduli consente di creare un’ampia tipologia di quesiti (risposta breve, paragrafo, scelta multipla, caselle di controllo, elenco a discesa, scala lineare, griglia a scelta multipla, ecc), che possono essere anche suddivisi in sezioni per una somministrazione più ordinata e agevole, ed altri elementi come video e immagini, che rendono un quiz maggiormente interattivo. Inoltre, a ogni domanda puoi associare dei punti per la correzione automatica e puoi indicare le risposte corrette e prevedere dei messaggi per quelle giuste o per quelle errate, fornendo immediatamente un feedback. In questo modo riceverai i risultati in pochi minuti e potrai visualizzare le risposte come riepilogo per singolo utente avere l’analisi totale della classe con tabelle, grafici, indici e percentuali.
E se gli studenti in classe non hanno un PC o tablet, puoi stampare il test in modo che possano svolgerlo in modalità cartacea, ma in questo modo avrai comunque una tipologia di verifica che sia uguale sia per gli studenti in presenza che per quelli in remoto.
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Controllo anti-plagio (originalità) di Classroom
Se, invece di svolgere un test di verifica, c’è la necessità di assegnare lo svolgimento di un tema e non si ha la disponibilità di device per tutti (e quindi la possibilità di assegnare il compito su Classroom con Google Documenti), per gli studenti in remoto si può attivare il controllo anti-plagio (originalità) di Classroom, cosicché puoi essere certo che anche chi è a casa, al pari di chi è in classe, non copi il testo da siti online. Quando esegui un report, il file di Documenti o Presentazioni Google di uno studente viene confrontato con pagine web e libri su Internet, ottenendo un report che fornisce i link alle fonti rilevate e la segnalazione di eventuali citazioni omesse.
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Collaborazione e chat sugli editor
Puoi assegnare lavori di gruppo anche facendo lavorare insieme chi è in classe con chi è a casa, grazie alle opzioni di scrittura collaborativa degli editor Google (Documenti, Presentazioni, Fogli ecc), ma anche grazie alla possibilità di attivare la chat al loro interno. La chat include tutte le persone che stanno visualizzando il file, consentendo loro di comunicare e scambiarsi idee e informazioni come se fossero insieme ai loro compagni.
I messaggi scritti all’interno delle chat, però, non vengono salvati.
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Utilizzo della lavagna digitale Jamboard
La lavagna, si sa, è da sempre uno strumento indispensabile per la didattica, soprattutto nelle lezioni frontali, in presenza. Puoi, però, utilizzare Jamboard, la lavagna virtuale di Google, per non perdere questa possibilità anche nelle lezioni in DDI. Jamboard permette, infatti, di creare diversi fogli con vari tipi di sfondi, su cui scrivere e inserire più contenuti utilizzando gli strumenti integrati, e potrai condividerli sia durante una video lezione su Meet che sulla LIM Jamboard.
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Funzione “Presenta” di Google Meet
Se hai la necessità di mostrare del materiale agli studenti, puoi avviare la video chiamata con gli studenti in remoto usando Google Meet collegato alla LIM e utilizzare la funzione “Presenta” di Google Meet, cosicché il tuo schermo sia proiettato in classe ma anche ben visibile agli studenti in DAD.