Più di un milione di imprese, lavorare in Europa nel settore culturale

L’Europa insieme all’Italia è il cuore di un patrimonio culturale di incalcolabile valore: ecco perché nell’ambito didattico e formativo offerto e erogato da università, associazioni, scuole private e altri...

L’Europa insieme all’Italia è il cuore di un patrimonio culturale di incalcolabile valore: ecco perché nell’ambito didattico e formativo offerto e erogato da università, associazioni, scuole private e altri enti sono presenti molti corsi di studio professionalizzanti riguardanti la gestione, la tutela e la valorizzazione di questa ricchezza enorme.

Secondo recenti dati Eurostat (ossia l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea), in Europa sono presenti circa 1.244.000 imprese nel settore culturale; in Italia esse sono poco più di 181.000 con una dimensione media di circa 2 persone occupate per ogni attività/impresa e circa 830.000 persone occupate totali nel settore culturale in generale.  (fonte Eurostat – sito web)

Oltre ai dati che pure sono rilevanti, l’Unione Europea ha sempre voluto investire nel settore culturale, perché da sempre è stato considerato un elemento non solo di spinta economica ma un fattore che può diventare anche creatore di legami sociali, di avvicinamento delle istituzioni ai cittadini, motore di sviluppo dei territori e di coesione e integrazione sociale.

Scegliere un percorso formativo specialistico e professionalizzante nel settore culturale vuol dire quindi acquisire quelle competenze indispensabili per intervenire sulla conservazione, promozione e comunicazione dei beni e del patrimonio culturale di tutti i territori. Questo significa non solo conoscere e comprendere il valore culturale di opere storiche e artistiche ma anche entrare nel mercato del lavoro dopo aver acquisito tecniche e metodi pratici ed organizzativi utili alle attività che svolgono le numerose diverse strutture che operano in questo settore, come i tanti enti e associazioni sia pubbliche che private, che in questo settore offrono lavoro.

Dunque occorre oggi per chi vuole lavorare e professionalizzarsi nel settore culturale, sviluppare competenze e conoscenze sia in ambito storico, umanistico ed antropologico, sia nella legislazione e normativa specifica, sia anche nella mediazione culturale, nel coordinamento e gestione di risorse, di eventi e di luoghi culturali, soprattutto oggi che sempre più la cultura ha trovato e scoperto tante forme di espressione in diversi e anche insoliti luoghi/spazi delle nostre città. Tutto ciò richiede quindi una base di conoscenze interdisciplinari che possa unire le nozioni di base umanistica con le competenze e conoscenze di base giuridica, organizzativa e anche relativa al processo creativo per eventi e progetti legati ai beni culturali.

Oggi infatti, anche per via dello sviluppo così veloce delle nuove tecnologie e dei canali social e multi-media, sono tantissimi gli sbocchi occupazionali e le figure professionali che possono trovare un impiego nel settore culturale: dai liberi professionisti e consulenti operanti nel settore del patrimonio culturale, della promozione e marketing per la cultura, alle agenzie di comunicazione, di editoria e nuovi media; dai consulenti ed esperti di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico culturale ai profili nell’ambito della comunicazione e promozione dei beni culturali per enti e istituzioni, agli organizzatori dei tanti tipi di eventi culturali e di manifestazioni turistico-culturali ma anche progettisti della cultura e responsabili di parchi tematici culturali e letterari.

Il settore dei beni culturali rappresenta una componente di grande impatto anche per valorizzare e concretizzare le potenzialità enormi dei territori, per promuovere il valore simbolico, identitario e di appartenenza delle diverse culture e dei nostri patrimoni culturali. Insieme ai servizi alla persona e alla green economy, l’industria culturale e creativa è tra i macro-ambiti con le maggiori opportunità per lo sviluppo economico e sociale europeo, sostenuta dalle politiche europee messe in atto dall’Unione Europea stessa.

Dal programma Europa Creativa alle Capitali Europee della Cultura, dall’Anno del Patrimonio Culturale Europeo 2018 alle Giornate Europee del Patrimonio, per arrivare ai numerosi Premi culturali istituiti dall’Unione Europea, l’Europa investe e crede nella cultura, in un approccio innovativo integrato che riesca a promuovere sviluppo e crescita economica e occupazionale, conoscenza e saperi, inclusione e coesione sociale, con particolare attenzione alla protezione e conservazione del patrimonio culturale, questione emersa con forza per esempio con l’incendio della Cattedrale Notre Dame di Parigi e con l’allagamento di Venezia.

Perché il nostro patrimonio culturale è parte integrante e fondativa dell’Europa e di ogni Stato membro, rafforza l’identità dei popoli ed è anche fondamentale per vivere meglio il presente e per riscoprire ciò che ci rende uomini, italiani, europei.

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Laureata in lettere moderne, con la passione per la cultura classica, i gialli e gli animali. Un paio di anni fa ha ‘adottato’ a distanza un meraviglioso bimbo etiope di 5 anni di nome Emmanuel, a cui pensa tutti i giorni e a cui augura una vita felice e serena. Vive a Potenza, dove passa le sue giornate con la sua famiglia in compagnia di Miss Marple, Jessica Fletcher e tanti cani e gatti.
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