“Un’esperienza all’estero, comunque vada, ti fa capire come gira il mondo oltre le Alpi. Ti fa testare le capacità di adattamento all’autonomia e all’intraprendenza. Ti fa sentire cittadino del mondo. Con i programmi a favore della formazione l’Unione Europea sviluppa la crescita di una popolazione qualificata, rafforza la mobilità e incoraggia la cooperazione internazionale”. A parlare è Gabriele Chiavazza, 19 anni, di Torino. Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto Chimico “Primo Levi” del capoluogo piemontese è partito insieme ad altri due coetanei per la Bulgaria dove ha lavorato in un’azienda di marketing per 12 settimane.
“Grazie al progetto Talenti Neodiplomati della Fondazione CRT di Torino – racconta Gabriele – sono riuscito a fare le valige per Sofia. Della capitale della Bulgaria avevo sentito parlare molto bene della movida e dei locali trendy e di tendenza. Non sapevo che è la terza città più antica d’Europa dopo Atene e Roma. Ho capito subito che la popolazione è molto attiva, una zona molto frequentata dai giovani è StudentsKi Grad, un quartiere universitario ricco di club e locali. Per entrare nello spirito della città è d’obbligo visitare un locale dove suonano musica chalga, un genere che fonde ritmi europei e balcanici. Che dire di viale Vitosha? Questo lungo viale parte dal centro storico e porta fino a uno dei parchi più belli della città, lo Yuzhen Park molto frequentato dai sofioti che soprattutto nel fine settimana si riversano nel Palazzo Nazionale della Cultura dove si svolgono conferenze e concerti. Tante le chiese da visitare – continua Gabriele a descrivere le tappe del suo soggiorno all’estero – la cattedrale di Alexander Nevski è l’edificio più rappresentativo di Sofia che fu costruito tra il 1882 e il 1912. L’importante chiesa ortodossa nel 1924 divenne monumento commemorativo ai duecentomila soldati russi che persero la vita durante la guerra per l’indipendenza della Bulgaria. Ad appena otto chilometri da Sofia c’è il monte Vitosha dove in estate una seggiovia consente di godere di un panorama mozzafiato”.
La sua esperienza all’estero è stata emozionante e – da come si percepisce – resterà indelebile nella sua mente.
“Ho conosciuto un popolo molto disponibile e affabile. Ho diviso un appartamento con altri due ragazzi piemontesi. Certo stavamo in periferia, sicuramente molto povera rispetto al centro, con palazzi dell’epoca sovietica. Ci siamo spostati tranquillamente con i mezzi. Ho lavorato come stagista per 8 ore al giorno. Non avevo mai studiato marketing che ha suscitato sin da subito in me passione e propensione riuscendo a svolgere le mie mansioni senza troppe difficoltà. Il progetto è stato gestito con tanta professionalità, sono stato affiancato da persone qualificate e competenti. La simpatia dei sofioti ha colmato la nostalgia che a volte mi pervadeva. E’ normale che a volte avverti la mancanza della famiglia e degli amici. Ho utilizzato un po’ di più il telefonino senza incidere troppo sul bilancio della mia gestione. Devo anche sottolineare che la cucina tipica bulgara è allettante, abbiamo sperimentato diverse pietanze. Niente male. L’inglese è ormai la mia seconda lingua e non avrei mai immaginato di riuscire a parlarlo con tanta disinvoltura capendo ciò che dicevano gli altri ma soprattutto facendomi comprendere. Sono più che soddisfatto di tutto ciò che ho imparato e che ho fatto in questi ultimi tre mesi. La mia autostima è cresciuta. Ritenevo di essere una mezza calzetta, sono diventato meno timoroso, più disinvolto, più aperto. Ora mi aspetta la mia città. Voglio iscrivermi al Politecnico di Torino e proseguire i miei studi con dedizione e senza distrazioni. Il mio obiettivo è conseguire la laurea nei tempi giusti per poter contribuire un giorno col mio lavoro al progresso dell’umanità.”