“Esiste un rimedio che… in pochi anni renderebbe tutta l’Europa… libera e… felice. Esso consiste nella ricostruzione della famiglia dei popoli europei, o in quanto più di essa riusciamo a ricostruire, e nel dotarla di una struttura che le permetta di vivere in pace, in sicurezza ed in libertà. Dobbiamo costruire una sorta di Stati Uniti d’Europa.” Così il 19 settembre 1946, durante il famoso “Discorso alla gioventù accademica” davanti agli studenti dell’Università di Zurigo, il Primo Ministro inglese Winston Churchill esortava gli Europei a guardare al futuro, voltando le spalle alle atrocità del passato. In un’Europa ancora sotto le macerie del conflitto, l’illuminato premier britannico scorgeva nell’integrazione europea un antidoto al verificarsi di orrori simili a quelli prodotti dalle due guerre mondiali.
Iniziava a farsi strada così l’idea di un’Europa unita, di un’Europa meno dipendente dalla volontà dei singoli Stati nazionali, immune dai germi del nazionalismo e del bellicismo che avevano prodotto poco tempo prima conseguenze devastanti.
Da quel lungimirante discorso molti anni sono trascorsi e molti passi sono stati compiuti per consentire al sogno di unità transnazionale di diventare realtà.
Una visione europeista nata nelle menti illuminate di alcuni uomini che con estrema devozione e responsabilità hanno lavorato alla costruzione di un’Europa aperta e democratica.
Uomini visionari, provenienti da contesti diversi ma mossi da un ideale comune: garantire pace, unità e prosperità nel Vecchio Continente.
Scoprire quali siano state le tappe del lungo cammino che ha portato alla nascita dell’Unione Europea significa intrecciare le vite di ciascuno di loro per comprendere quanto impegno e quanta dedizione ci siano voluti per costruire l’Europa di oggi, una realtà transnazionale nata dall’incontro di uomini e donne che hanno vissuto in prima persona gli effetti devastanti della costante lotta tra le nazioni.
Per rintracciare i principi fondanti dell’Unione Europea occorre fare un passo indietro, fermando la linea del tempo al 1941, anno di redazione di “Per una Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, un documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il periodo di confino all’isola di Ventotene, in quanto oppositori del regime fascista.
Più noto come Manifesto di Ventotene, il documento proponeva la formazione di una federazione europea sovranazionale di Stati, il cui obiettivo primario consisteva nel creare un legame tra gli Stati europei che impedisse lo scoppio di una nuova guerra.
Tracciando le linee guida di quella che sarà la carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, il manifesto rappresenta ancora oggi una pietra miliare nel lungo percorso che ha condotto alla nascita delle istituzioni europee.
E se il 1941 rappresenta il punto zero per la creazione e la nascita dello spirito europeista, il 1950 può essere ricordato come il momento che ha segnato ufficialmente l’inizio dei lavori per la creazione di un’identità europea comune.
Il 9 maggio di quell’anno, infatti, l’allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman propose la creazione di un organismo che sottoponesse l’industria siderurgica franco-tedesca ad un controllo comune.
La proposta divenne realtà l’anno successivo, grazie al varo del cosiddetto “Piano Schuman”, che segnò la nascita della Ceca, Comunità europea del carbone e dell’acciaio, a cui aderirono, oltre a Francia e Germania, le due Nazioni che sino ad allora avevano combattuto per quelle risorse, anche l’Italia e i Paesi del Benelux.
Obiettivo della dichiarazione era, infatti, consentire il superamento della storica rivalità tra Francia e Germania, grazie all’istituzione di un’Alta Autorità in grado di sovraintendere alla messa in comune e al controllo delle riserve europee di tali strategiche materie prime.
Ispiratore di questo fondamentale iniziativa fu Jean Monnet, principale consigliere del governo francese dell’epoca e uomo di grande respiro internazionale che dedicò tutto se stesso alla causa dell’integrazione europea. E proprio per celebrare il suo impegno e la sua dedizione per la causa europea sono state istituite, nell’ambito del Programma Erasmus+, le cosiddette azioni Jean Monnet che mirano a promuovere in tutto il mondo l’eccellenza dell’insegnamento e della ricerca nel campo degli studi sull’Unione europea.
E tra le iniziative in tema di Europa Unita segnaliamo il “Premio Altiero Spinelli”, un concorso internazionale con cui la Commissione Europea mira a promuovere e a dare visibilità alle iniziative di sensibilizzazione nei confronti dell’Unione Europea.
C’è tempo fino al 29 ottobre per presentare la candidatura telematica… quale modo migliore per proseguire il cammino dell’integrazione europea!