Alternanza Scuola-Lavoro all’estero: l’esperienza a Malaga di Francesca e Carmen

Le giovani generazioni che rappresentano il futuro del Paese hanno bisogno di unire il sapere al fare e la risposta potrebbe arrivare da una scuola ben collegata con il...

Le giovani generazioni che rappresentano il futuro del Paese hanno bisogno di unire il sapere al fare e la risposta potrebbe arrivare da una scuola ben collegata con il mondo del lavoro. Scuole e aziende devono interagire – sostengono i docenti – per fornire insieme valide risposte agli allievi, garantendo esperienza sul campo e valorizzando le vocazioni personali. Attraverso l’esperienza pratica si consolidano le conoscenze acquisite a scuola e si testano sul campo le attitudini degli studenti. arricchendo la formazione e orientando il percorso di studio. L’Alternanza Scuola-Lavoro intende avvicinare gli studenti dell’ultimo triennio delle superiori al mondo del lavoro, dando anche la possibilità di acquisire un’esperienza utile per la ricerca del futuro lavoro.

I progetti di Alternanza possono essere svolti sia durante l’anno scolastico nell’orario delle lezioni o nel pomeriggio, sia nei periodi di vacanza. Le scuole programmano anche le esperienze lavorative all’estero. L’apprendimento del lavoro generalmente infonde entusiasmo nello studente che si rende conto effettivamente di cosa significa lavorare.

La pratica dell’Alternanza dovrebbe garantire inoltre un più rapido inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, agevolando le imprese anche nell’individuazione di risorse con competenze già formate e già abituate a interfacciarsi con una realtà aziendale. Nello stesso tempo le aziende acquisiscono una maggiore visibilità sul territorio promuovendo il proprio ruolo sociale e il proprio impegno nella formazione delle nuove generazioni.

Un’esperienza extra scolastica – evidenzia Francesca Langone dell’I.I.S. “Isabella Morra” di Matera – contribuisce a sviluppare il nostro senso di responsabilità. L’Alternanza riduce le distanze tra scuola e mondo reale.

Francesca, che del suddetto istituto frequenta il Settore Servizi Socio Sanitari, dallo scorso 4 luglio è a Malaga per svolgere il ruolo di educatrice in un asilo nido e vi resterà fino al prossimo 2 agosto.

“Mi trovo molto bene nell’ambito infantile, parlo lo spagnolo in maniera discreta e non ho incontrato difficoltà ad integrarmi con le educatrici spagnole che sono sempre disponibili e molto aperte. Anche la direttrice della struttura è una persona amabile ed è sempre presente durante le attività. Lavoro rispettando turni settimanali di sei ore. Sto insieme ad altre 15 ragazze della mia stessa scuola e a due nostri docenti che rappresentano il nostro punto di riferimento. Soggiorniamo in una residenza universitaria dove consumiamo anche i pasti. Ahimè la cucina non è il massimo ma si sopravvive lo stesso. I bambini che accudisco sono stupendi. Il sabato e la domenica siamo libere e insieme alle due docenti che ci hanno accompagnate andiamo al mare o facciamo gite. Fa molto caldo ma si sopporta. Una esperienza davvero interessante che consiglio a tutte le mie compagne di scuola. A settembre frequenterò l’ultimo anno di scuola e penso poi di proseguire gli studi di pedagogia all’Università. Una cosa è certa. A Malaga ritornerò”.

Anche Carmen Disisto, sempre frequentante il Settore Servizi Socio Sanitari dello stesso istituto, si trova a Malaga dove dal lunedì al venerdì lavora in una scuola dell’infanzia dalle 9 alle 15.

“Sono felice di stare qui, anche se non parlo lo spagnolo riesco a capire quello che le mie bravissime colleghe dicono. Sto imparando tanto da questa mia prima esperienza all’estero. Riesco a gestirmi bene e a valorizzare il tempo. Sono grata alla mia scuola per avermi offerto questa opportunità. Divido un appartamento all’interno di una residenza universitaria con altre 7 ragazze. Abbiamo fatto già diversi tour. Il cibo non è il massimo, non mangio la pasta da quando sono partita da Matera. Ma non fa niente. Mi trovo benissimo, gli spagnoli sono ospitali. Penso di iscrivermi alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria a Firenze, mi vedo già proiettata come educatrice nelle scuole dell’infanzia. Stando qui ho capito la strada che dovrò percorrere nel futuro”.

Queste le testimonianze di due studentesse lucane. Due casi in cui l’Alternanza Scuola-Lavoro ha indirizzato le aspirazioni personali verso un percorso lavorativo definito.

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