“Ragazzi, abbiamo raggiunto i 600 milioni di dollari”.
I “ragazzi” sono i miei colleghi e sanno che la cifra si riferisce agli incassi di Bohemian Rhapsody, il biopic sui Queen con Rami Malek nei panni di Freddie Mercury.
I “ragazzi” si fingono interessati regalandomi facce stupite e del resto non possono fare altrimenti, visto che dal giorno in cui è uscito il primo trailer (maggio 2018) non parlo d’altro.
Non solo: da quando il film è arrivato nei cinema, controllo quotidianamente i risultati del box office, festeggio con il pugno alzato alla Mercury i numeri lusinghieri (“biopic musicale più visto di sempre”) e intaso pagine Queen su FB, Instagram, Twitter, LinkedIn con le mie previsioni di incasso totale; ho persino inciso il nome del chitarrista sulla portiera della macchina del vicino di casa…ma questa è un’altra storia.
Ho imparato a memoria tutti i dialoghi dei trailer – rigorosamente in lingua originale – e li ho recitati quotidianamente al mio cane che, per tutta risposta, si è fatto adottare dal vicino (e gli ha persino confessato chi era l’autore dei ghirigori sulla sua automobile).
Finalmente il 29 Novembre ho visto il film al cinema, accompagnato da mio fratello annoiato e malinconico come un eyeliner nella borsa di una donna.
Ogni frase che non rispecchiava l’originale in inglese l’ho sottolineata con sbuffi e gomitate nelle costole del mio povero consanguineo il quale, al minuto 13, ha deciso di liberarsi del fraterno cappio per andare a guardare il film due file più in alto. Non contento, prima dell’accordo iniziale di We Are The Champions, mi ha rinnegato tre volte.
Per nulla mortificato, ho continuato a commentare le infedeltà nella traduzione con lo sconosciuto che, ahilui, mi si era seduto accanto.
Per corteggiare l’onestà, non si è trattato di errori di traduzione ma di piccoli adattamenti e modifiche; nulla di grave ma io sono pignolo come un conducente di treni svizzero che per hobby ripara orologi…
Sia come sia, alla fine della proiezione e in attesa del taxi (mio fratello era fuggito con l’auto per evitare di sorbirsi la mia recensione fiume sul film) ho pensato ad altri dialoghi di film famosi tradotti in maniera non fedele all’originale.
Il taxi non si è fatto attendere, per cui sono riuscito a trovarne soltanto 5…questi:
1) Rocky (1976) – Il celebre urlo “Adrianaaaaaaaaaaa” con il quale Stallone rischiava di slogarsi la mascella in realtà in originale era…uguale…ok, lo ammetto, il taxi è arrivato puntuale (forse guidato dallo svizzero di cui sopra?) per cui l’elenco è fatto di 4 film.
2) Rocky 4 (1985). Drago, il cattivone del film, atterrisce il povero Rocky soffiandogli in faccia il celeberrimo “Ti spiezzo in due”. Nell’originale, il buon Dolph Lundgren dice “I must break you”, “devo spezzarti”…dovere è volere?
3) Pulp Fiction (1994) Il signor Wolf, interpretato da uno straordinario Harvey Keitel, rimprovera la ragazza:” Tu non hai carattere, hai un caratteraccio”.
In originale c’è il gioco di parole con character: carattere ma anche personaggio. Per cui, la frase è questa: “just because you are a character it doesn’t mean you have character”. Ovvero: il fatto che tu sia un personaggio non significa che tu abbia caratterere”. In effetti tradotta alla lettera non avrebbe avuto lo stesso impatto.
4) Shining (1980). Il capolavoro di Kubrick e la celebre scena del Nicholson impazzito. “Sono il lupo cattivo” dice il pacato Jack dopo aver sfondato la porta del bagno con un’ascia. In originale, la frase è “Here’s Johnny” (ecco Johnny).
Ma chi è Johnny? Il riferimento è il Tonight Show di Johnny Carson, storico conduttore e showman americano che ha seguito lo show fino al 1992. La frase pronunciata dal protagonista, richiama proprio il tormentone con cui Carson veniva presentato ed introdotto ad ogni puntata.
5) Casablanca (1942). Nella scena finale, il tenebroso Humphrey Bogart, saluta Ingrid Bergman con “buona fortuna, bambina”. Nell’originale è “here’s looking at you, kid” ovvero “alla tua salute, bambina”. Alla tua, Humphrey!
E ora? Ora mi tocca aspettare il prossimo taxi e la prossima lost in translation per completare l’elenco.
Nel frattempo, se volete la mia recensione di Bohemian Rhapsody, potete chiedere a uno qualsiasi dei miei esausti colleghi. O potete leggerla sul portiera dell’auto del mio vicino di posto al cinema.
Se non volete che un collega vi minacci di fare “puff”, leggete le altre puntate della Mission English Reloaded.