L’Alternanza Scuola-Lavoro introdotta dalla Legge 107, meglio conosciuta come Buona Scuola, è regolata dagli articoli 33 e 43 della legge 107/2015. In particolare nell’articolo 33 si legge che essa ha una durata diversa per i licei rispetto agli istituti tecnici o professionali dato che questi ultimi sono più orientati all’entrata diretta nel mondo del lavoro.
Obbligatoria, quindi, per tutti gli studenti del triennio delle scuole superiori con un monte ore tassativo, 200 per i licei e 400 per gli istituti tecnici e professionali, prevede la possibilità per gli studenti di scuola superiore di poter effettuare esperienze lavorative durante il percorso scolastico.
I progetti di Alternanza possono essere svolti sia durante l’anno scolastico, nell’orario di lezioni o nel pomeriggio, sia nei periodi estivi di vacanza. Le scuole sono incoraggiate a inserire nel calcolo delle ore dedicate all’Alternanza Scuola-Lavoro anche le eventuali esperienze lavorative svolte dallo studente all’estero.
La ratio come spiegata dal Ministero, è che “la scuola deve diventare la più efficace politica strutturale a favore della crescita e della formazione di nuove competenze”.
E’ un dato di fatto che la scuola sta cambiando quindi la scelta è o ancorarci alle tradizioni o offrire ai giovani un sistema di formazione moderno, innovativo e ricco di esperienze con la speranza che il curriculum dei giovani del nostro secolo sia più competitivo quando affronteranno il mondo del lavoro.
L’Alternanza così come prevista dalla legge 107 può essere vista come un coraggioso tentativo di fornire ai giovani un “curricolo per la vita” fondato su un’intesa tra scuola e impresa come partner di un progetto comune che consenta ai primi di inserirsi positivamente nella realtà, fornendo loro il meglio della sintesi culturale tra tradizione ed attualità.
Sono tuttavia previste delle novità. Secondo una proposta di legge, l’Alternanza Scuola-Lavoro potrebbe vedere diminuite le ore di svolgimento per evitare di sovrapporre le ore di alternanza alle ore di studio in classe.
Viene inoltre suggerito di utilizzare alcune ore per la guida all’orientamento universitario e mondo del lavoro, ipotizzando di istituire una soglia di ore minima.
I giovani andrebbero accolti all’interno di strutture private e pubbliche scelte dalla scuola in base alle attività proposte, allo scopo di favorire l’orientamento universitario o professionale successivo alla scuola superiore.
A prescindere da come cambierà sostanzialmente l’Alternanza la vera novità è che grazie al Decreto Milleproroghe l’obbligatorietà dell’Alternanza Scuola-Lavoro sarà fuori dalla maturità 2019 con l’ipotesi che sbarchi alla maturità 2020.
Cambia così l’assetto dell’Alternanza Scuola-Lavoro poiché il completamento delle ore dell’Alternanza era un requisito di ammissione alla maturità 2019 e perché, stando alla riforma, gli studenti avrebbero dovuto portare all’ orale di maturità, una relazione a partire dalla loro esperienza fatta in Alternanza Scuola-Lavoro che, alcuni ipotizzavano, avrebbe rimpiazzato anche la tesina.
L’idea inizialmente era di rivedere – non eliminare dalla maturità 2019 – l’Alternanza Scuola-Lavoro dimezzandone il monte ore richiesto agli studenti ma la riflessione successiva è stata che ripensare tutta questa esperienza richiede tempo e quindi stato scelto di toglierla toglierla dall’esame di Stato 2019.
In questa situazione, i presidi dovranno rispettare la legge facendo fare agli studenti le 200 ore di alternanza previste (400 negli istituti tecnici) senza però che questo abbia un peso sul voto finale dell’esame di maturità.