Tutti oggi abbiamo sentito parlare di sviluppo sostenibile per tanti motivi e per tanti aspetti della nostra vita, non solo dai canali di comunicazione e media ma anche dalla politica, dalle imprese, dalle associazioni. Ma vediamo bene come si può definire e in cosa consiste questo concetto: “Lo sviluppo sostenibile è quello che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità per le future generazioni di soddisfare i propri”. Questa è la prima definizione efficace che è stata fatta di sviluppo sostenibile; risale al 1987 e comparve nel report Our Common Future (detto anche Rapporto Brundtland) della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo. Si tratta quindi di realizzare una crescita economica che riesca a soddisfare le esigenze delle nostre società anche in termini di benessere a breve, medio ma soprattutto a lungo periodo, poiché lo sviluppo deve sì rispondere ai bisogni del presente ma non deve compromettere quelli delle generazioni future.
Lo sviluppo sostenibile infatti si basa su 3 aspetti principali da conciliare: la solidarietà sociale, l’efficienza economica e il rispetto per l’ambiente.
Ciò significa dunque integrare, ottimizzare, rispettare questi 3 fattori per raggiungere obiettivi specifici e prioritari: l’elemento sociale, in termini di responsabilità dei governi e della politica, rispetto delle identità culturali, qualità della vita e sicurezza per i cittadini; l’elemento ambientale ossia riduzione dei carichi ambientali, salvaguardia del paesaggio e delle biodiversità, utilizzo sostenibile delle risorse rinnovabili, riduzione del consumo delle risorse non rinnovabili; l’elemento economico cioè garantire efficienza economica, reddito per le imprese, impiego efficiente dei capitali e dei fondi. Lo sviluppo e la crescita diventano sostenibili solo quando si riesce a creare e mantenere l’equilibrio fra queste tre dimensioni, che sono strettamente dipendenti fra di loro e che necessitano di valutazioni, strategie, scelte su scala ormai non più nazionale o europea ma globale.
Il punto cruciale per il presente e per il futuro nostro e delle prossime generazioni è quindi questo: riuscire a vivere su questo pianeta in circa 6 miliardi di esseri umani in modo equo e equilibrato senza danneggiare i sistemi naturali che forniscono le risorse per la nostra sopravvivenza, e senza superare il limite della tollerabilità di azioni e comportamenti negativi e dannosi.
A livello europeo pochi mesi fa, nel dicembre 2019, la Commissione Europea ha presentato il nuovo documento “Green Deal”, ossia “una tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’Unione Europea, trasformando i problemi ambientali e climatici in opportunità in tutti gli ambiti e rendendo la transizione giusta e inclusiva per tutti”. (Unione Europea – sito web)
La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato a questo proposito: “Il Green Deal europeo è la nostra nuova strategia per la crescita – una crescita che restituisce più di quanto prende. Mostra come trasformare il nostro modo di vivere e lavorare, di produrre e consumare, per rendere più sano il nostro stile di vita e più innovative le nostre imprese. Tutti noi possiamo partecipare alla transizione e beneficiare delle opportunità che offre. Muovendoci per primi e rapidamente aiuteremo la nostra economia ad assumere la leadership a livello mondiale. Siamo determinati a far sì che questa strategia abbia successo per il bene del pianeta e delle sue forme di vita – per il patrimonio naturale europeo, la biodiversità, le nostre foreste e i nostri mari. Mostrando al resto del mondo la nostra capacità di essere sostenibili e competitivi, possiamo convincere altri Paesi a muoversi con noi.”
“Il Green Deal prevede infatti una tabella di marcia con azioni per stimolare l’uso efficiente delle risorse, grazie al passaggio a un’economia circolare e pulita, arrestare i cambiamenti climatici, mettere fine alla perdita di biodiversità e ridurre l’inquinamento. Esso illustra gli investimenti necessari e gli strumenti di finanziamento disponibili e spiega come garantire una transizione giusta e inclusiva.” (Commissione europea – sito)
Vivere rispettando l’ambiente, praticare abitudini e comportamenti, costruire mentalità e atteggiamenti volti a tutelare l’ambiente e la natura, diffondere buone pratiche e sensibilizzare le persone… sono buone pratiche che devono far parte di tutti noi, della nostra vita, come obiettivo, come proposito e impegno, ma anche come ideale per un mondo migliore e più sostenibile per tutti.