3 problemi che la formazione continua dei docenti risolve

La scuola è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo, affermava Malcom X, politico statunitense e attivista per i...

La scuola è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo, affermava Malcom X, politico statunitense e attivista per i diritti umani, negli anni Settanta del secolo scorso.

E a distanza di decenni, questa frase assume ancora una valenza attuale.

In questi giorni di emergenza nazionale, un nuovo modo di fare didattica si sta diffondendo per garantire quella continuità educativa di cui la Scuola è il massimo rappresentante.

Mai come ora appare fondamentale il ruolo del docente, da sempre protagonista attivo del prezioso processo di formazione dei suoi studenti, chiamato a rispondere ad una sfida importante, cimentandosi e confrontandosi con nuove esigenze di aggiornamento professionale in una prospettiva di lifelong learning.

Ma per capire quanto sia importante lo sviluppo professionale continuo, ormai considerato un obbligo professionale nella maggior parte dei Paesi europei, è necessario mettere in luce i 3 fattori principali di cui la formazione permanente costituisce soluzione primaria:

  1. esigenze nazionali, legate alla modernizzazione del sistema Paese all’interno della comunità internazionale;
  2. adeguamento ai bisogni educativi espressi dalla popolazione scolastica e dal territorio, per rispondere alle sfide di una società sempre più complessa e diversificata;
  3. bisogni e delle prospettive di crescita professionale del singolo docente, come individuo e come professionista.

Per consentire che tutto ciò divenisse realtà, il 13 luglio del 2015 è stata varata la cosiddetta legge del “La Buona Scuola”, l.107/2015, che, tra le numerose novità da introdurre nel sistema scolastico italiano, ha posto in risalto la necessità di diversificare e accrescere le competenze didattiche e professionali dell’insegnante, ponendo un’ attenzione particolare ai bisogni del singolo e agli obiettivi da raggiungere.

La Legge 107 ha previsto, infatti, un rinnovamento dell’Istituzione Scolastica, quale luogo di conoscenze e di competenze finalizzate alla realizzazione di una Buona Scuola che non fosse più autoreferenziale e cattedratica, ma il frutto di un lavoro, condiviso con studenti e studentesse, in grado di contribuire realmente alla crescita del Paese.

Secondo l’articolo 1 della citata legge “nell’ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale. Le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell’offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione, adottato ogni tre anni con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentite le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria”.

“Obbligatoria, permanente e strategica” deve essere, quindi, la formazione dell’insegnante, intesa non soltanto come mero “aggiornamento”, ma come valore aggiunto al percorso professionalizzante del personale docente.

Coerente con le direttrici fornite dalla riforma de “La Buona Scuola”  è stata l’emanazione, da parte del MIUR del Piano per la formazione dei docenti 2016-2019  secondo cui, “la formazione in servizio si qualifica come riflessione alta sullo stile di insegnamento, […] con le innovazioni in materia didattica e una migliore conoscenza delle dinamiche dell’apprendimento. […] è scelta professionale che consente ampia autonomia culturale, progettuale, didattica, di ricerca, nell’ambito della libertà di insegnamento e nel quadro delle innovazioni scientifiche”.

Per permettere a ogni docente di scegliere il percorso formativo che più risponde alle proprie esigenze e motivazioni, purché in linea con il Piano formativo definito all’interno di ogni singolo istituto,  la legge de “La Buona Scuola” ha previsto, con l’ art. 1 comma 121,l’istituzione della Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche.

Istituita dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Carta del Docente permette a ogni insegnante di ruolo di ogni ordine e grado di investire sulla propria formazione, all’interno di un disegno strategico organico e innovativo e del sistema istruzione che mira a valorizzarne e ad incentivarne la professionalità.

Perché la Scuola ha oggi più che mai bisogno di voi, docenti illuminati e al passo coi tempi.

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Marta Frescura

Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università di Salerno, si interessa di arte e di cinema, fantasticando tra quadri impressionisti e scene girate tra i mercatini di Notting Hill. Delle tante esperienze all'estero conserva i colori, i profumi e una valigia piena di emozioni e funny quotes, sempre pronta per essere riempita ancora. Sostenitrice del "learning by doing", si occupa per ETN della sezione E-learning, credendo nell'alto valore della formazione come promotore di sviluppo.
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