“Si è responsabilizzato e ha imparato a vivere in una società multiculturale e multietnica”. Il papà di Gennaro sull’Erasmus+ del figlio a Berlino

“Con una valigia piena di entusiasmo è partito per Berlino dove ha lavorato per un mese in un negozio di computer e telefonini. E’ rientrato a Lauria con un...

“Con una valigia piena di entusiasmo è partito per Berlino dove ha lavorato per un mese in un negozio di computer e telefonini. E’ rientrato a Lauria con un bagaglio carico di esperienza. Grazie al progetto Erasmus+ mio figlio ha trascorso insieme ad altri due compagni dell’ITIS un periodo che ricorderà per sempre.”

A parlare è il papà di Gennaro che conseguirà quest’anno il diploma di scuola superiore.

“La Provincia di Potenza, capofila del progetto, gli ha accreditato sul suo conto, prima della partenza, 250 euro. E’ stato ospitato da una famiglia di origini napoletane in cui si è sentito a proprio agio. E’ stato trattato come un figlio, gli hanno preparato ottime pietanze che ha apprezzato con gusto. Per una settimana ha frequentato un corso di tedesco che gli è servito molto. Parliamo naturalmente di nozioni basilari che lo hanno aiutato ad integrarsi meglio con la gente del posto. Per spostarsi aveva un biglietto unico mensile che gli ha consentito di prendere tutti i mezzi pubblici. Per andare a lavorare si muoveva col treno. Un’ora di viaggio all’andata e un’ora al ritorno.

Ha conosciuto la cultura del Paese ospitante, si è responsabilizzato e ha imparato a vivere in una società multiculturale e multietnica. Siamo fieri di lui – dice il papà – è il nostro unico figlio e non si era mai allontanato da casa prima d’ora per così tanti giorni. E’ un ragazzo con la testa sul collo. Il suo datore di lavoro è rimasto così contento da proporgli di tornare nel prossimo anno. Aveva tanta fiducia che lo ha mandato a casa di diversi cittadini per installare modem o sistemare computer e telefoni. E’ stata un’esperienza molto positiva. Qualche preoccupazione da parte nostra c’è stata. Berlino è una grande realtà non paragonabile a Lauria ma Gennaro ci ha sempre tenuti aggiornati su quello che faceva e come si muoveva. Nei pressi dell’azienda c’erano diversi pub turchi dove andava a consumare il pranzo e dove ha stretto amicizie con altri suoi coetanei. Insieme ai docenti che lo hanno accompagnato ha visitato i punti salienti della città. E’ cambiato. Mia moglie lo ha trovato più ordinato e più rispettoso degli orari. Più preciso e puntuale. Anche i suoi compagni sono rimasti soddisfatti, il progetto Erasmus+ li ha resi protagonisti in una realtà estera. Hanno lavorato in alcune aziende meccaniche dove hanno imparato tanto. Tra qualche giorno Gennaro partirà per Bologna per le Olimpiadi nazionali di Informatica. Nei giorni scorsi ha sostenuto un colloquio a Roma presso un campus universitario dove potrebbe frequentare l’università e dopo la laurea potrebbe essere assunto da qualche grande multinazionale. Incrocio le dita. Sarebbe una svolta decisiva per il suo futuro e una grande soddisfazione per noi genitori. Confido nelle sue capacità, non ci ha mai dato problemi fino ad ora. I suoi insegnanti durante i colloqui che si tengono periodicamente a scuola confermano la sua predisposizione per gli studi e sostengono che riuscirà a farsi la sua strada con onore. E’ determinato, se non venisse preso a Roma, si iscriverà all’Università di Fisciano. Gioca a pallavolo, ha tanti amici, è un simpaticone. Beh, qualche difetto ce l’ha ma – rivela il padre con simpatia – in qualità di genitore vedo più pregi.”

Trascorrere un periodo di vita in un altro Paese per svolgere un tirocinio o un periodo di studio significa dunque, come ci conferma questo genitore, crescita personale.

“Ai miei tempi – conclude – non c’erano queste straordinarie opportunità. Si andava a scuola e basta. Si studiava sui libri. Si stava seduti tra i banchi. Oggi i nostri ragazzi hanno la fortuna di poter viaggiare e conoscere il mondo grazie ai progetti finanziati dalla Comunità europea senza peraltro dover gravare sulle famiglie. Soggiornare in un altro Paese ti fa acquistare fiducia e più autonomia. Noi genitori ci rendiamo conto di quanto cambiano in meglio i nostri studenti. I risultati sono visibili. Diventano cittadini d’Europa.”

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