In una società in continua trasformazione, tante sono le sfide a cui il mondo della Scuola è chiamato a rispondere per garantire ai suoi protagonisti un sistema educativo efficiente e responsabile. Le classi infatti, spazio di confronto e di apprendimento, rispecchiano l’attuale complessità sociale, multiculturale e globalizzata, rendendo indispensabile una costante e continua revisione dei saperi e delle conoscenze.
In tale contesto, una delle prove più grandi per il sistema scolastico riguarda la realizzazione di una Scuola inclusiva che valorizzi le differenze e i punti di forza di ogni singolo studente, attraverso la creazione di un clima partecipativo e collaborativo all’interno del gruppo classe.
Inclusione significa infatti abbattere le barriere, favorendo la crescita e la partecipazione attiva di tutti, all’interno di una prospettiva “pedagogica” che riguarda la Scuola nella sua funzione educativa e sociale.
Una scuola che “include” crea spazi di convivenza in cui il valore dell’uguaglianza viene ribadito e ristabilito come rispetto della diversità individuale, considerata, in tutte le sue forme, come una risorsa e una ricchezza da accogliere e valorizzare nell’ambito di un progetto educativo e didattico più ampio.
Il superamento di modelli didattici e organizzativi uniformi e lineari, in favore di approcci flessibili adeguati ai bisogni formativi speciali dei singoli alunni, per far sì che ognuno si senta parte integrante di un gruppo che lo riconosce, lo rispetta e lo apprezza, è la chiave di successo di una Scuola che fa dell’inclusività il suo valore fondante.
Ma per realizzare una Scuola davvero “per tutti”, come sapientemente sancito dall’articolo 34 della Costituzione italiana, è necessario che l’inclusività diventi il valore primario a cui tendere, identificando le capacità e le abilità proprie di ciascuno studente.
E poiché i docenti sono gli osservatori diretti di ciò che accade nell’ambiente scolastico, appare evidente quanto sia necessario per loro aggiornarsi e formarsi per individuare e riconoscere correttamente eventuali situazioni particolari, al fine di poter fornire ai propri studenti un supporto e un sostegno adeguato. Ogni docente ha quindi il compito, non certo facile ma sicuramente stimolante, di acquisire e di rafforzare le proprie competenze per essere in grado di identificare le metodologie migliori a favorire il processo di apprendimento dei propri alunni, anche quando questo presenta ritmi accelerati.
Il tema dell’inclusività trova infatti piena ragione d’essere anche in relazione ai cosiddetti gifted children, ossia i ragazzi ad alto potenziale cognitivo.
Complesso insieme di caratteristiche genetiche, psicologiche e comportamentali che caratterizza il 5% degli individui, la plusdotazione si esprime principalmente attraverso una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media, riconosciuta ufficialmente dal Consiglio d’ Europa nel 1994 attraverso la raccomandazione n° 1248, che ha evidenziato la necessità di sviluppare il potenziale intellettivo degli studenti plusdotati attraverso strumenti e condizioni di insegnamento particolari.
Per rispondere alle richieste del Consiglio, nel corso degli anni molti Paesi Europei hanno introdotto e promosso iniziative e politiche educative mirate a favorire, attraverso l’adozione di attività didattiche personalizzate, lo sviluppo personale e la crescita intellettiva degli studenti plusdotati. E in Italia, dopo numerose segnalazioni ricevute da scuole e da settori accademici di riferimento, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ha istituito, il 15 novembre 2018, il Comitato Tecnico Nazionale per la tutela del diritto allo studio di alunni ad alto potenziale intellettivo e ha inserito, con la Nota n°562 del 3 aprile 2019, gli studenti plusdotati all’interno del sistema degli alunni con bisogni educativi speciali. Ciò vuol dire concretamente che le scuole sono invitate ad adottare specifiche metodologie didattiche in un’ottica inclusiva, a valorizzare i diversi stili di apprendimento e a predisporre un piano didattico personalizzato che risponda al principio della “cura educativa”.
In realtà, molto spesso la plusdotazione rappresenta una sfida, se non proprio un ostacolo, per gli insegnanti non preparati a riconoscerne le straordinarie potenzialità.
È infatti all’interno del contesto scolastico che i ragazzi plusdotati incontrano maggiori difficoltà poiché, nonostante siano curiosi e desiderosi di apprendere, non riescono a partecipare attivamente a tutte le attività didattiche, socializzando a fatica con il gruppo classe.
Se non compreso e stimolato adeguatamente, il “dono” può infatti trasformarsi in frustrazione, poiché la continua carenza di stimoli può determinare l’insorgere di problemi di comportamento e di adattamento, provocando situazioni di sottorendimento, e nei casi più gravi, anche l’abbandono scolastico, come confermato da un’indagine condotta nel 2014 dalla VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati in merito alle strategie per contrastare la dispersione scolastica.
È pertanto necessario che i docenti siano adeguatamente formati per individuare il talento e promuoverne la valorizzazione all’interno del contesto scolastico, favorendo davvero l’inclusione e il benessere cognitivo ed emotivo di questi studenti.
“Nulla è più ingiusto che far parti uguali tra disuguali”, scriveva Don Milani più di cinquant’anni fa… un messaggio oggi più attuale che mai.
Per approfondire il tema della Plusdotazione e talento vi aspettiamo a Fiera Didacta 2019, dal 9 all’11 ottobre… l’appuntamento è a Firenze, presso Fortezza da Basso, al Padiglione Spadolini, Piano Attico, Stand 186.
Prenota qui il tuo appuntamento al desk di ETN, saremo lieti di ascoltare le tue esigenze e darti tutte le informazioni necessarie.