Nei precedenti appuntamenti dedicati alla progettazione europea, abbiamo visto quanto importante sia, per i protagonisti del mondo della Scuola, partecipare ad esperienze di mobilità all’estero per acquisire e sviluppare competenze utili a fronteggiare le sfide poste dalla società moderna.
Ma cosa più di una testimonianza diretta può dare valore concreto a quanto affermato?
È per questo che abbiamo chiesto alla Professoressa Paola Distasi, docente di lingua inglese presso il Liceo Scientifico di Bernalda e promotrice di numerose azioni di mobilità, di raccontarci la sua esperienza.
In quale Istituto insegna?
Insegno da circa 20 anni a Bernalda, al Liceo Scientifico.
Qual è la Sua formazione?
Sono laureata in lingue e letterature straniere.
Si è mai cimentata nella stesura di un progetto di formazione in mobilità?
Sì, diverse volte. La maggior difficoltà scaturisce dal non trovare colleghi disponibili a lavorare in team.
Ci parli delle Sue esperienze di mobilità…
Sono stati numerosi, pertanto parlerò solo dell’ultimo, che è stato un progetto pilota con un college americano del nord Carolina. Gli obiettivi ovviamente focalizzati sul potenziamento delle competenze linguistiche, la possibilità di fare esperienze concrete di scambio e condividere la vita in un vero campus americano. Per i docenti, il confronto e l’affiancamento a docenti madrelingua per arricchire le proprie metodologie didattiche. I ragazzi coinvolti sono stati 14, con un buon livello di competenza linguistica di base. Sono stati anche effettuati workshop enogastronomici e musicali e visite alla comunità italoamericana di New York.
Consiglierebbe ai Suoi colleghi di partecipare ad un percorso di formazione in mobilità?
Certamente.
Quale valore aggiunto un’esperienza di mobilità apporta, secondo Lei, alla Scuola, ai docenti e agli studenti?
Flessibilità, lavoro in team, apertura culturale, tolleranza e confronto.
Qual è stato il primo impatto con una realtà diversa? Quali sono state le difficoltà che Lei ha potuto riscontrare? E i Suoi studenti?
Difficoltà legate alla sistemazione e al cibo, soprattutto per gli studenti.
Quali, invece, le peculiarità che ha potuto apprezzare di una cultura diversa?
Come ho già detto, la possibilità di conoscere altre realtà culturali e di confrontarsi sotto il profilo umano e professionale.
Secondo quanto emerso da studi svolti dalla Commissione Europea, la partecipazione ad azioni di mobilità consente l’acquisizione e lo sviluppo di competenze importanti da spendere nel mondo del lavoro. Concorda con questa affermazione? Perché?
La partecipazione ad esperienze di mobilità deve essere inserita in una precisa e puntuale strategia di internazionalizzazione dell’Istituto scolastico, poiché le esperienze episodiche e poco significative difficilmente sedimentano e stimolano gli studenti a voler approfondire o ripeterle. Diversamente, se fatte in maniera continuativa e se inserite in modo strategico, possono diventare preziose occasioni di incontro o esperienze di tirocinio e orientamento per l’inserimento nel mondo del lavoro. È per questo che occorrerebbe avere, all’interno delle scuole, delle figure specifiche ad hoc per l’internazionalizzazione.
Se volete approfondire il tema dell’Europrogettazione visitate la pagina Mobilità transnazionale: come scrivere un progetto europeo di successo