I NEET rappresentano un insieme diversificato di giovani che sono sia in cerca di una occupazione sia non occupati né impegnati in un lavoro o in percorsi di formazione e istruzione. La composizione è quindi eterogenea sia per livello di istruzione (essa comprende dai neolaureati che cercano un lavoro il più possibile in linea con i loro studi fino ai giovani che abbandonano precocemente gli studi), sia per vissuti e background familiari, sociali e economici, sia per differenti fasce di età e quindi per esigenze di diverso tipo. Naturalmente questo fenomeno ha pesanti ricadute sul piano sociale, in termini per esempio di partecipazione civica, di cittadinanza attiva, di scelte di autonomia individuale e di creazione di una famiglia, ma anche in termini di contributi che questa parte della popolazione può dare per la crescita della società intera in generale.
Alla fine del 2017 in Italia sono circa 2 milioni i giovani che rientrano in questa fascia di popolazione. Ma vediamo qualche dato più specifico nel contesto nazionale.
Infatti secondo una elaborazione dei dati su base Istat dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, alla fine del 2017 i NEET erano poco più di 2 milioni, quasi ugualmente divisi fra maschi e femmine. Nel Mezzogiorno d’Italia il tasso di NEET arriva al 34% circa.
La distanza fra il sud e il nord del Paese è e resta quindi molto consistente: i NEET sono circa il 34% al sud, mentre sono circa il 20% al centro e il 17% al nord. Inoltre quattro regioni italiane si trovano in fondo alla classifica europea dei NEET e sono Sicilia, Campania, Calabria, Puglia: in queste regioni circa 3 giovani su 10 fra i 15 e i 25 anni sono in questa situazione, ossia non lavorano, non studiano e non si stanno formando professionalmente.
C’è quindi una situazione di difficoltà di tanti giovani italiani che si trovano in questa condizione, situazione che è decisamente più marcata e più significativa nel Mezzogiorno.
Tanti sono e saranno i tentativi di migliorare gradualmente per poi risolvere questo fenomeno negativo non solo per i giovani stessi ma per tutta la società. Questo progetto si inserisce con gli stessi obiettivi ma in una visione più ampia a livello europeo grazie ai suoi partners, nell’ottica di dare un contributo per supportare e formare i NEET che ne faranno parte, con lo scopo di migliorare questa piaga delle nostre società che perdono così l’apporto di una fascia di popolazione importante e determinante per il futuro. Esso si occuperà poi della situazione esistente in Italia e nello specifico della situazione della Basilicata.