Sempre più istituti scolastici e docenti utilizzano gli strumenti pensati da Big G per la scuola, per i numerosi vantaggi che si ottengono dal punto di vista comunicativo, didattico e organizzativo. Tra le opportunità sicuramente c’è la possibilità di attuare metodologie che permettono l’individualizzazione, la personalizzazione e la differenziazione dell’apprendimento, superando l’approccio universalistico della didattica e cogliendo le esigenze legate alle capacità e alle passioni dei singoli studenti.
Tra i modelli didattici che è possibile mettere in pratica grazie a G Suite e agli strumenti digitali, c’è la cosiddetta Flipped Classroom o Classe Capovolta, così chiamata perché inverte i modi e i tempi di insegnamento e di apprendimento, per cui il tempo a casa viene utilizzato per seguire una lezione, per lo più tramite video, e quello a scuola per studiare, fare i compiti e approfondire i contenuti, poiché la presenza dell’insegnante può supportare e ampliare l’apprendimento.
È quel che accade nella Scuola Secondaria dell’I.C. ”Galileo Galilei” di Pezze di Greco (BR), dove la professoressa Anna Grimaldi, docente di inglese, da oltre due anni integra la sua azione didattica con la suite Google, sostituendo la lezione frontale con video o altri documenti che i ragazzi possono visionare a casa, mentre in classe avviene la spiegazione e il confronto dei contenuti precedentemente appresi. In questo modo, il docente trova in classe alunni che hanno già studiato o anticipato i contenuti da trattare in classe e si può concentrare su attività applicative come compiti, esercitazioni, approfondimenti e recupero riflessivo, dedicando più tempo quindi alla trasformazione delle conoscenze in competenze. Questo metodo permette, appunto, di svolgere una didattica inclusiva e personalizzata in quanto i materiali forniti sono diversificati secondo le diverse modalità di apprendimento.
Quali sono i vantaggi che la docente ha ottenuto dall’applicazione della Flipped Classroom con Google Classroom e gli altri strumenti Google?
- Recupero dell’interesse e dell’attenzione da parte degli studenti;
- Contatto costante con i ragazzi, nonché la possibilità di risolvere in tempo reale i problemi o i dubbi che si presentano nell’esecuzione del compito;
- Possibilità, per gli alunni, di comunicare con il docente e fra loro utilizzando una piattaforma sicura;
- Possibilità, per i genitori, di visionare i contenuti che i figli pubblicano nei lavori cooperativi e non solo.
L’azione didattica – ha affermato la professoressa Grimaldi – è, quindi, sicuramente più stimolante e con risultati che soddisfano docenti e studenti, per i quali questo è ormai un modo naturale di studiare.
E tu hai mai utilizzato nella tua classe la metodologia della Classe Capovolta grazie agli strumenti Google?