Fondamentali per lo sviluppo personale nell’era dell’economia, della conoscenza e del progresso, le competenze digitali implicano necessariamente l’utilizzo critico e consapevole delle tecnologie ICT ormai in tutti gli ambiti della vita, dal lavoro all’intrattenimento, dall’apprendimento alla comunicazione. Ciò a dimostrazione del fatto che le competenze digitali, oltre ad avere alla base chiaramente delle competenze informatiche primarie, come l’uso del computer per ricercare, archiviare, presentare e scambiare le informazioni, comprendono anche altri ambiti. Sono quindi molto più ampie di quello che il semplice nome può suggerire. Le competenze digitali infatti vengono raggruppate in cinque macro-aree di competenza:
1) l’ Informazione, ovvero la capacità di ricercare, filtrare, valutare in maniera critica, archiviare e organizzare dati e informazioni;
2) la Comunicazione, intesa come la capacità di interagire per mezzo di tecnologie, scambiare informazioni e contenuti digitali, utilizzare gli strumenti di cittadinanza digitale, conoscere le norme comportamentali che regolano le interazioni online ed essere in grado di gestire la propria identità digitale e la propria e-reputation;
3) la Creazione di Contenuti, che concerne la capacità di sviluppare, modificare e integrare contenuti digitali, comprendere le norme che regolano il copyright e la gestione delle licenze, essere in grado di programmare o di comprendere le dinamiche sottostanti l’interfaccia utente;
4) la Sicurezza, quindi essere in grado di proteggere i propri dispositivi e i propri dati personali, comprendere l’impatto delle tecnologie ICT sulla propria salute e sull’ambiante;
5) infine, il Problem solving, la capacità di identificare e risolvere problemi tecnici, riconoscere i bisogni tecnologici in termini di risorse, strumenti e competenze necessarie, utilizzare gli strumenti digitali per far fronte a qualsiasi necessità, innovare e utilizzare la tecnologia in maniera creativa per trovare soluzioni nuove a problemi concreti e identificare eventuali gap nelle competenze digitali.
Quindi, per dirla in breve, le competenze digitali di base possono essere definite come la capacità di utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. È importante perciò padroneggiare queste skills nel mondo del XXI secolo, un mondo che ci pone davanti a degli obiettivi ben chiari e definiti, come realizzare la cittadinanza digitale, con libero accesso e partecipazione alla società della conoscenza, con una piena consapevolezza digitale e di conseguenza realizzare l’inclusione digitale, il che si traduce in pari opportunità nell’utilizzo della rete e nello sviluppo di una cultura dell’innovazione e della creatività.
Il Modello Europeo DigComp 2.1 ha focalizzato le sue energie ed attività proprio nell’individuazione e nella valorizzazione di modelli europei delle competenze digitali di base, a riconferma di quanto siano ormai fondamentali e necessarie.
La ricerca di JRC sull’apprendimento e le competenze per l’era digitale iniziò già nel 2005 con l’obiettivo di sostenere la Commissione Europea e gli stati membri nella definizione di politiche basate su evidenze scientifiche in materia di gestione del potenziale delle tecnologie digitali, al fine di portare innovazione nell’istruzione e nei metodi di formazione, migliorare l’accesso alla formazione continua e far fronte all’aumento delle nuove capacità e competenze necessarie per l’occupazione, la crescita personale e l’inclusione sociale.
Il DigComp 2.1 rappresenta così lo strumento per antonomasia rivolto al miglioramento delle competenze digitali dei cittadini. Pubblicato per la prima volta nel 2013, è diventato un riferimento per lo sviluppo e la pianificazione strategica di iniziative sulle competenze digitali, sia a livello europeo sia nei singoli stati membri dell’Unione. La versione attuale come abbiamo detto è quella siglata DigComp 2.1 ed è incentrata sull’ampliamento dai tre livelli iniziali di padronanza a una descrizione a otto livelli più particolareggiata e fornisce esempi di utilizzo per questi otto livelli. Da qui poi si sono diramati altri quadri di riferimento, come quello delle competenze digitali per gli educatori, DigCompEdu, per enti deputati all’istruzione DigCompOrg, e per i consumatori, DigCompConsumers.
Alla luce di questi dati è importante quindi essere consapevoli del fatto che le competenze digitali sono molto più complesse di quanto si pensi e fortemente interrelate a tutte le altre competenze di base. In questo senso ad esempio anche la conoscenza della lingua inglese è una condizione imprescindibile, poiché permette la fruizione di contenuti digitali online necessari per un ulteriore sviluppo delle competenze digitali. Il 55% dei contenuti digitali infatti sono in lingua inglese. Perciò un intervento mirato allo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini e in particolare degli insegnanti non può prescindere dallo sviluppo di competenze generali di base volte alla riduzione dell’analfabetismo funzionale.
Secondo l’Human Development Report, l’Italia è in testa alla classifica dei Paesi considerati per percentuale di persone funzionalmente analfabete, il 47% della popolazione non è in grado di utilizzare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana, con dirette conseguenze anche sulle competenze digitali.
Per questo motivo, formarsi nelle digital skills è oggi uno step imprescindibile per arricchire la propria formazione e il proprio senso di adeguatezza nella società liquida di cui facciamo parte.