“Il mio cuore resta a Malaga, Malaga, in quella notte di grande fiesta”.
E’ Malaga, ca va sans dire, la canzone di Fred Bongusto che mi ronza nella testa da stamattina ed è qui che mi trovo (nella città, non nella canzone), in Plaza de las Flores, mentre aspetto Jakub, il ragazzo polacco che sta svolgendo uno stage presso Tribeka, la training agency che fa parte del gruppo ETN.
Arriva puntuale e fischiettante (anche lui Bongusto?), in mano La Opinion de Malaga, il quotidiano cittadino. Uno dei suoi obiettivi, mi dice subito, era migliorare lo spagnolo e leggere magazine locali, guardare film in lingua e parlare con le persone lo ha aiutato molto.
Gli chiedo dello stage a Tribeka, di cosa si occupa e come si trova.
“Mi occupo principalmente della documentazione della società; inoltre mi occupo delle pagine social – Facebook, Twitter, Instagram – e scrivo e pubblico articoli e foto”.
Aggiunge che il suo social preferito è Instagram perché è più veloce ed più semplice seguire le vicende dei personaggi famosi e rimanere sempre aggiornato.
Grazie allo stage è diventato più sicuro, ha imparato a lavorare in gruppo e ha migliorato molte altre skills. “Competencias”, mi dice con fierezza.
Gli chiedo della famiglia che lo ospita e se gli manca la sua. Sorride e mi dice che resterà a Malaga soltanto due settimane, “neanche il tempo di sentire la nostalgia che sarò già di ritorno”.
Al contrario, la host family gli mancherà perché “quando vivi in un altro posto, anche se per poco tempo, timidezze e insicurezze sono un indumento sbiadito. Inoltre puoi far finta di essere quello che vuoi e imparare a nascondere reazioni e stati d’animo”.
“Anche se la sera, per complicarti il sonno, il vero te stesso si diverte a raccontarti chi sei” aggiungo io, e tradisco la mia età o per lo meno le mie convinzioni.
Mi racconta dell’ultimo weekend, della partita di calcio sulla spiaggia nonostante siamo ancora ad Aprile e delle sue visite al museo Picasso, in calle San Agustin. Jacqueline con sombrero de paja, un ritratto dell’ultima moglie del Maestro, è il dipinto che lo ha colpito di più.
E poi la città e l’accento delle persone, i suoi angoli e le sue diverse storie; e ancora il porto, il paseo del Parque e le sue panchine alberate, la Manquita e poi i vicoli, le piazze, i musei. E va avanti con l’elenco, Jakub, e sembra un poeta innamorato ed ebbro di commozione.
E capisco che anche il suo cuore, insieme a quello di milioni di altre persone, resterà a Malaga, stasera e per sempre.
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