Lo scorso 15 novembre, con decreto interdipartimentale, è stato istituito dal MIUR il Comitato Tecnico Nazionale per la tutela del diritto allo studio di alunni e studenti ad alto potenziale intellettivo con il compito di definire le:
- linee guida nazionali condivise per l’assistenza di alunni e studenti ad alto potenziale intellettivo;
- iniziative atte a favorire la diffusione e il recepimento delle linee guida;
- iniziative funzionali alla tutela del diritto allo studio, della salute e del benessere all’interno della struttura scolastica degli alunni e studenti ad alto potenziale intellettivo.
L’istituzione di questo tavolo di lavoro mira quindi a creare delle linee di indirizzo utili a favorire l’inclusione e prevenire situazioni di disagio e di dispersione scolastica alla quale paradossalmente gli studenti apc e plusdotati sono esposti.
Ma chi sono questi studenti e come riconoscerli in classe?
Innanzitutto è necessario dissolvere il falso mito che gli studenti plusdotati siano degli studenti modello. Spesso infatti all’efficacia cognitiva non corrisponde l’efficienza scolastica, come allo studente plusdotato non corrisponde lo studente brillante.
Lo studente brillante solitamente ha un quoziente intellettivo compreso fra i punti 100 e 120, è ben integrato, ha un buon comportamento in classe, è organizzato, studia con metodo e ottiene un rendimento scolastico eccellente.
Lo studente ad alto potenziale cognitivo ha un q.i oltre i 120 punti, mentre lo studente plusdotato ha un q.i che supera i 130 punti.
Sono studenti estremamente curiosi, a scuola soffrono terribilmente la noia a causa del loro pensiero arborescente. Sono studenti dotati di un linguaggio articolato e complesso rispetto ai pari di età, imparano in fretta, hanno una grande capacità di astrazione e di pensiero critico, un forte senso di giustizia, un’elevata consapevolezza delle proprie conoscenze e della propria memoria che li porta a vivere i primi anni di scuola con superficialità, poco metodo e scarso approfondimento.
Sono studenti che amano le sfide ma al contempo temono il fallimento perché tendono al perfezionismo. Spesso hanno un comportamento ribelle.
Si tratta di studenti che hanno possibilità di sviluppo superiore alla media, ma devono essere adeguatamente supportati; in alternativa il rischio di un sotto-rendimento scolastico, se non di abbandono, è elevato.
Sono studenti insomma che hanno bisogno di una didattica adeguata che tenga conto del loro pensiero arborescente, del loro potenziale intellettivo ma anche – e soprattutto – delle loro debolezze.
Gentile Dina
Come posso fare a valutare o far valutare un ragazzino di 11 anni in una prima media di firenze? è possibile riferirsi a qualcuno?
Gentile Andrea buongiorno,
la valutazione del ragazzino è certamente il primo stop, la quale può essere realizzata presso centri e studi specializzati oppure facendo riferimento alla struttura di neuropsichiatria infantile del proprio territorio.
Per gli studi specializzati, è necessario che gli stessi siano dotati di personale qualificato come psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri dotati di una formazione specifica e che adottino protocolli condivisi con paesi che hanno una maggior esperienza su questo tema.
Per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile del servizio pubblico, in alcuni territori non sono ancora pronti a fare valutazioni su questo tema, poiché orientati principalmente a valutare deficit cognitivi o altre patologie neuro-psichiatriche.
Le consiglierei quindi di fare prima i dovuti approfondimenti, magari avviando un confronto con varie associazioni di genitori presenti sul territorio nazionale che da anni svolgono attività divulgativa sul tema ed hanno una panoramica completa di quanto c’è nei singoli territori.