Credo che l’apprendimento sia una scelta. Si sceglie di apprendere: non c’è obbligo, minaccia, premio che tenga. Se non si sceglie di apprendere, non ci sarà apprendimento.
Certo, è difficile di questi tempi, non ci sono neanche più gli studenti di una volta: quelli dei compiti a casa, quelli del “fate silenzio!” e stavano zitti, quelli che si distraevano con la finestra e il diario, quelli che organizzavano le feste in casa, quelli che avrebbero dato qualunque cosa per un ponte tra due festivi o uno sciopero organizzato all’ultimo momento, quelli che nel primo week end caldo di maggio sarebbero scesi al mare con le moto e avrebbero fatto il primo bagno.
1. Una pillola di apprendimento prima e dopo i pasti
La storia dell’apprendimento è piena di aneddoti: si parla di “è intelligente ma non si applica”, si parla di molle che scattano, di luci che si accendono, di cose ripetute mille e mille volte senza esito; si racconta di modi, coercizioni, premi, scambi. Tante cose che, nonostante l’impegno dell’insegnante, non sembra abbiano mai avuto esito.
Ebbene, non c’è stata la scelta.
Se lavorassimo sulla scelta anziché sul travaso, potremmo ottenere risultati migliori. Come si potrebbe portare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a scegliere di apprendere, conoscere, ad incuriosirsi? Un passo, importante, si potrebbe fare: dobbiamo essere noi adulti, insegnanti, ad esprimere questa tensione, ad essere curiosi, ad essere appassionati, a dimostrare che scegliere di apprendere è vantaggioso, divertente, emozionante.
2. Apprendere è un viaggio bellissimo. E non si torna più
L’ambiente può aiutare. E molto.
Il piano laboratori, azione #7 del Piano Nazionale Scuola Digitale, pone l’accento sulla didattica laboratoriale come punto di incontro tra il sapere e il saper fare, identificando nel laboratorio un luogo di innovazione e creatività dove gli studenti e le studentesse possono costruire un orientamento per il futuro. In un’aula speciale, un laboratorio multimediale, un atelier creativo, uno spazio alternativo per l’apprendimento, imparare potrebbe essere un’esperienza stimolante e bellissima. E’ quello che ho sempre pensato. E nella mia esperienza di insegnante ho potuto anche verificarlo.
3. Vi racconto della nostra aula LEIS
Nell’anno scolastico 2013/2014 abbiamo presentato un FESR per il finanziamento di un’aula di robotica Lego. Il progetto è stato autorizzato e l’aula LEIS (Lego Education Innovation Studio) allestita. Ad oggi è l’unica LEIS di Puglia. Per noi rappresenta il luogo nel quale sfruttare le potenzialità comunicative, didattiche e sociali offerte dall’innovazione tecnologica: qui l’insegnante è il “facilitatore” in grado di progettare una didattica costruita intorno al ruolo centrale dello studente e basata su metodi che privilegino l’apprendimento attivo. Cooperative learning, peer tutoring orizzontale e verticale, project based learning: nell’aula di robotica è possibile mettere in crisi la tradizionale metodologia e costruire ponti tra i saperi, non solo scientifico/tecnologici come Fisica e Matematica, ma anche umanistici come Filosofia e Letteratura.
E non solo: avere una LEIS a scuola ci ha consentito di declinare percorsi significativi di Alternanza Scuola Lavoro, perfettamente integrati con le competenze che intendiamo far sviluppare ai nostri studenti, cioè le competenze chiave per affrontare le sfide del XXI secolo: pensiero computazionale, problem solving, spirito di iniziativa, leadership, collaborazione, curiosità, creatività. Le attività del progetto sono strutturate su modelli hands on – minds on.
4. In Alternanza si può imparare a scegliere
Con Campustore, azienda leader nel settore delle ICT per la didattica, è stata realizzata una convenzione per la realizzazione di un percorso formativo di Alternanza Scuola Lavoro durante uno degli eventi più significativi e partecipati dedicati al mondo della Scuola: Fiera Didacta, dal 18 al 20 ottobre a Firenze. Gli studenti e le studentesse del Liceo Pepe sono stati impegnati a spiegare e riprodurre al pubblico le esperienze di robotica dell’aula LEIS. Hanno quindi potuto verificare sul campo il valore dell’apprendimento, che sta nella vita vera e reale dove gli schemi, le regole, le procedure non sempre si ripetono, anzi sono stravolti, il più delle volte, dall’imprevisto.
5. Se lo studente è al centro, allora può scegliere.
6. Se è coinvolto, si sente valorizzato, scopre un talento, allora sceglie di apprendere.
L’Alternanza Scuola Lavoro (al di là del monte ore da dedicarvi) è la modalità più potente che abbiamo per educare i nostri ragazzi e le nostre ragazze alla scelta, alla decisione, alla scoperta, alla curiosità. Dall’aula LEIS alla vita reale di Didacta è stato possibile portare tutti verso una riflessione più profonda:
dove le macchine e le persone si mettono insieme, idee e nuovi approcci alla conoscenza si generano e tutto entra in relazione. Così, costruire e programmare robot promuove la cultura non solo del digitale, dell’informatica, delle tecnologie, ma la cultura del pensare.
7. Un robot insegna a pensare
Per sviluppare il pensiero critico bisogna volare alto. E perché non provare a ballare la pizzica con i robot? Così allo stand Campustore i nostri ragazzi e le nostre ragazze si sono resi protagonisti di una scommessa:
8. …e adesso balliamo la pizzica con i robot!
Ma cosa c’è dietro?
Osservare: come si articola il ballo? Quanti sono i ballerini? Cosa fanno? Quali movimenti?
Costruire: come deve essere costruito un Ev3 per essere un perfetto ballerino? Quali caratteristiche deve avere? Deve essere stabile o flessibile?
Programmare: come tradurre i movimenti in codice? Ci possiamo ispirare al ritmo per programmare?
9. I dubbi e le domande sono più importanti delle risposte
10. E se non siete stati a Didacta, non ci avete visto ballare la pizzica con gli Ev3.
Articolo di Paola Lisimberti, Animatrice Digitale e Professoressa del Liceo “Pepe – Calamo” di Ostuni.