La costruzione di uno spazio transnazionale in cui gli individui possono muoversi liberamente è uno dei risultati più importanti del processo di integrazione europea ed extraeuropea.
Oggi le frontiere e i confini nazionali sono sempre più varcati, oltre che per piacere, per cultura e per sicurezza, anche e soprattutto per lavoro e formazione.
La mobilità transnazionale è dunque una caratteristica necessaria della società globale, società che risulta, oggi più che mai, caratterizzata da continui cambiamenti sociali, innovazioni tecnologiche, scoperte scientifiche, e che pretende una sempre maggiore aderenza degli scenari educativi al mercato del lavoro globale.
Il tema della formazione all’estero è quindi elemento sempre più indispensabile per l’occupabilità dei giovani.
Sono tante infatti le istituzioni nazionali, europee ed extraeuropee che, in maniera diversa e in modalità più o meno avanzata, intervengono con politiche educative volte a favorire esperienze transnazionali come la realizzazione di soggiorni linguistici e di esperienze di alternanza scuola lavoro.
Sono tanti anche gli Istituti di Istruzione Superiore (IIS) e gli Istituti di Formazione Professionale (IeFP) che in risposta a tali politiche progettano percorsi formativi transnazionali in grado di favorire nei giovani oltre che il miglioramento di conoscenze linguistiche, l’acquisizione di competenze professionali , lo sviluppo di competenze cross-nazionali e la valorizzazione dei talenti , anche di combattere la dispersione scolastica.
La mobilità educativa transnazionale è quindi un valido strumento di innovazione sociale in grado di rimettere in moto anche quell’ascensore sociale Italiano che l’ultimo Rapporto Ocse-Pisa «Equità nell’istruzione: abbattere le barriere alla mobilità sociale» definisce immobile.