La tecnologia preme sul pedale dell’acceleratore e il mondo corre sempre più veloce. Ormai tutto (o quasi) è a portata di mouse e la mobilità (delle persone, delle tendenze e delle conoscenze) è diventato un bisogno da soddisfare.
L’apprendimento, come tutte le altre azioni umane, si evolve per adeguarsi a questo nuovo ritmo e diventa “e-learning”. Cos’è, dunque, l’e-learning? Il termine e-learning viene tradotto generalmente come teledidattica ed indica un particolare metodo di insegnamento che si avvale di dispositivi tecnologici e del web. Esistono, infatti, piattaforme digitali che permettono di creare interi corsi e, addirittura, percorsi universitari, che sostituiscono in tutto e per tutto le classiche lezioni in aula. Basta una connessione ad internet e un device, che sia un pc un tablet o uno smartphone, e si è in grado di seguire un corso di fotografia, un master di giornalismo o un aggiornamento professionale dovunque ci si trovi e con estrema facilità. È l’apprendimento in movimento.
Sebbene ci siano state già in precedenza delle forme di educazione nuove e sperimentali, la vera rivoluzione avviene dopo la nascita del World Wide Web (1989). Uno dei primi esperimenti formativi è stato, nel 1994, il liceo online CompuHigh. Man mano sempre più enti, sia pubblici che privati, più o meno velocemente a seconda del paese, si sono adeguati alle nuove esigenze. Oggi l’offerta formativa è molto più ampia di allora e molti dei corsi erogati danno la possibilità di ricevere un attestato di partecipazione o un vero e proprio titolo di laurea. Anche il progetto ministeriale dell’”Alternanza scuola-lavoro” recentemente si è adeguato ai tempi inserendo, tra le diverse alternative per gli studenti delle scuole superiori, dei corsi online.
Una volta capito cos’è l’e-learning, rimane da scoprire come di fatto si svolge l’apprendimento virtuale. A seconda di come vediamo la formazione cambierà il modo di fare e-learning. Se il ruolo del docente è solo quello di dare feedbacks positivi o negativi allo studente, in un gioco di domande e risposte, allora probabilmente si avrà un’educazione incompleta. Allo stesso modo se, agli occhi dell’insegnante, chi apprende è un vaso da riempire con più informazioni possibili, non si tiene conto di come si apprende efficacemente, ovvero attraverso l’attenzione, la curiosità e il divertimento. Ma come si fa ad avere la certezza che lo studente è attento e partecipativo? Ad esempio, se in classe un maestro può accorgersi quando un allievo sta giocando con lo smartphone sotto il banco o guarda fuori dalla finestra, in un corso online questo ruolo di “controllore” è sostituito dalla sola coscienza dello studente, a volte non proprio responsabile!
Qual è allora la strada giusta? Lo scopo di chi crea un corso online dovrebbe essere quello di guidare la costruzione della conoscenza, stimolando allo stesso tempo la curiosità, la creatività e l’abilità di problem solving. Oggi siamo circondati da mille stimoli, informazioni e distrazioni che rendono questo obiettivo formativo una vera e propria sfida. Avrà successo chi sarà in grado di rispondere non solo al bisogno di conoscenza, ma allo stesso tempo a quelli di mobilità, velocità, flessibilità e varietà degli studenti di oggi e di domani.