Nella splendida cornice dell’istituto dei Ciechi di Milano si è svolta qualche giorno fa la serata di premiazione del concorso letterario ‘Milano International’ . Tra i vari premi riguardanti opere edite, in edite, poesie e altre categorie letterarie, è stato assegnato il premio speciale Milano giovani a “Bianca Neve”.
L’importanza di questo riconoscimento riguardava in quella sede la struttura del romanzo, ma in realtà, a mio parere, la premiazione non è altro che la dimostrazione di come il gioco di squadra porti sempre risultati, sia che si tratti di giovani, sia che si tratti di adulti.
“Bianca Neve” era nato fin dall’inizio con un obiettivo specifico: arrivare a confrontarsi con i ragazzi sul tema del disagio giovanile, utilizzando l’argomento droghe (cocaina in particolare) come mezzo per arrivare al dialogo e spostare la conversazione su temi collaterali, tra i quali famiglia, amici, noia e insoddisfazione.
All’inizio il romanzo-saggio ha faticato a trovare una sua collocazione specifica, perché non erano stati coinvolti i protagonisti principali della vicenda: i ragazzi. Da quando “Bianca Neve” è entrato in contatto coi giovani, ha avuto inizio un percorso di confronto, dialogo e ascolto, capace di risvegliare gli studenti e alimentare il fuoco che magari per qualche motivo si era spento lungo il percorso di crescita.
Il premio Milano International, dunque, non è un premio al libro, ma un premio al messaggio del libro, non è un premio all’autore, ma un premio al gruppo che si è creato: Bianca Neve è un premio al futuro, agli incontri che seguiranno e al confronto che, si spera, diverrà sempre più esteso e partecipato. Scuola Per Scuola.
Alla prossima…
…e state connessi!