Il bello di poter girare nuovi posti credo sia stabilire un contatto con realtà diverse dalla propria e misurarsi con ambienti che ti sono del tutto nuovi. A maggior ragione a 19 anni.
Recentemente sono stato invitato in Veneto per parlare insieme ai ragazzi di qualche scuola di Rovigo e l’istituto Alberghiero Cipriani, il Liceo Bocchi e l’istituto Colombo di Adria. I tre giorni in terra veneta hanno rappresentato una piacevolissima trasferta; tra l’altro ho avuto nuovamente modo di incontrare piccoli-grandi alunni delle scuole medie che, rispetto al tema del disagio, hanno domande delle volte anche più sorprendenti degli studenti delle superiori.
Una ragazza di Rovigo, ad esempio, al termine dell’incontro mi ha chiesto: ‘Andrea, come posso distinguere chi mi sta criticando perché mi vuole bene da chi mi sta criticando perché mi vuole male?’. Rispondere a questo tipo di domande mi è sempre molto difficile, perché sono il primo a essere cosciente di non sapere la risposta. Poi mi rendo subito conto che quello che i giovanissimi cercano non è in realtà una risposta esatta, ma una risposta.
Una semplice risposta che possa rappresentare per loro un punto di partenza attorno a cui costruire le loro idee. Al temine della spiegazione del messaggio che c’è dietro il romanzo ‘Bianca Neve’, ci sono spesso tante domande relative non tanto alla questione ‘sostanze stupefacenti’, quanto alla fiducia in se stessi e al perseguire i propri obiettivi, segno che i ragazzi hanno tanta fame di una figura su cui fare affidamento e che possa sostenerli nel loro percorso di crescita.
Tra l’altro accade spesso che parlando coi ragazzi vengano fuori passioni che loro coltivano da tempo ma che, per un motivo o per un altro, fanno fatica a esternare. È capitato dunque che una ragazza, Iris, mi confidasse la propria passione per il canto e che da questo ne nascesse una performance canora magnifica davanti a tutti gli altri ragazzi che, increduli, la vedevano raggiungere note sempre più alte con una voce che forse in vita sua non aveva mai tirato fuori cosi’ bene. Iris, evidentemente, aveva solo bisogno di qualcuno che la valorizzasse e che riponesse in lei le più grandi aspettative.
Concludo con un aneddoto simpatico la riflessione di oggi. Avevo inviato un’altra ragazza oltre Iris a cantare sul palco. Inizialmente titubante, si è convinta a salire, ma aveva bisogno di un po’ di tempo per scegliere la canzone e trovare la base strumentale. Allora, nell’attesa, ho chiesto ai ragazzi se conoscessero alcune canzoni dello zecchino d’Oro, e alla risposta (ovviamente affermativa) ho fatto partire a tutto volume ‘Il Coccodrillo come fa’. L’hanno cantata tutti, prof compresi, salvo poi ascoltare l’esibizione della ragazza di ben altro spessore e qualità.
Talenti, viaggio, emozioni, opportunità, crescita, comunità, giovani: tutto questo è #scuolaperscuolatour, noi tutti siamo già parte integrante di questo tour, che ci accompagnerà passo passo ad avvicinare il mondo dei giovani e quello degli adulti e creare cosi’ un legame indissolubile sulla base dell’affettuoso sostegno reciproco.
State connessi, alla prossima!