Arrivederci Sofia!

Questo post è per salutare la città che per due mesi ha cullato i miei sogni: quanto calore, quanta grazia, discrezione, stupore, porterò via con me. I miei occhi...

Questo post è per salutare la città che per due mesi ha cullato i miei sogni: quanto calore, quanta grazia, discrezione, stupore, porterò via con me.

I miei occhi non dimenticheranno le tue strade intrise di passi, risate, sguardi fugaci, ed il mio cuore

Ora ha un po’ dei tuoi battiti che la domenica mattina lasci risuonare nei rintocchi delle campane, non sai quanto sia dolce lasciarsi trasportare ed immaginare quel suono che sale a sfiorare le nuvole.

Un po’ di rammarico, nostalgia; mi sembra di tradirti con il mio abbandono.

So che incontrerai altri viaggiatori, altre storie, e tu sarai sempre qui ad accogliere con la voglia di trattenerli tutti.

Come si fa a lasciarti quando stai per sbocciare, lungo i viali, lo hai annunciato l’arrivo della primavera, tu l’hai già salutata, il primo marzo l’hai festeggiata, augurando a tutti “Buona nonna Marta”( auspicio di buona sorte), nella tradizione una vecchina dal carattere un po’ capriccioso proprio come il mese di marzo.

Il primo marzo e durante i giorni a seguire le persone si scambiano curiose creazioni di lana chiamate Pizho e Penda denominate anche Martenitzi. Sono delle particolari strisce di lana intrecciate, lavorate in varie forme anche come bamboline di colore bianco e rosso.

Le radici di questa usanza sono molto antiche, ci sono diverse leggende in merito.

Una di queste si collega al dio Marte che era il dio della primavera e poi della guerra. Le popolazioni nei secoli scorsi hanno sempre combattuto guerre che solitamente iniziavano agli inizi di marzo e di conseguenza la maggior parte dei soldati era costretto ad abbandonare le proprie case. Le mogli preoccupate per la loro sorte decisero di dare ai loro mariti un talismano di colore bianco e rosso.

Il colore rosso a simboleggiare il sangue dei guerrieri che le loro donne non volevano vedere versato, mentre il bianco il colore pallido del viso delle donne in attesa del ritorno dei mariti.

Secondo altri invece furono scelti questi colori perché rappresentano la natura, il rosso, il tramonto che s’infuoca sempre di più avvicinandosi alla primavera ed il bianco la purezza.

Oggi si scambiano le “Martenitzi” per fare un dono a “Baba Marta” affinché faccia andare via il freddo e porti la primavera. La Martenitza la si indosserà finché si vedrà una cicogna o un albero fiorito dopo di che la si potrà attaccare o ad un albero da frutto o la si metterà sotto una pietra. Auspicio di felicità, gioia, salute e lunga vita.

Poi i profumi e sapori di una terra piena di speranza, che ti sanno trasmettere il desiderio e la certezza che non li dimenticherai mai perché ti hanno donato quel gusto d’antico speziato con un retrogusto d’autunno pronto a lasciare il posto alla freschezza dei colori di insalate e frutti della nuova stagione.

Mercatini di libri, cimeli di tempi passati, confusi tra bottigliette di legno con l’essenza di rose.

Vita quotidiana che si affaccia sulle strade lungo viali che sembrano non voler terminare e tu sei lì ad inseguire quelle linee di palazzi immaginando cosa potresti incontrare più in là.

Non ho imparato solo a guardarti, ma a leggere tra le tue mura a volte grigie, uguali altre volte sorridenti, armoniose, ed è un libro che non vorrei riporre sullo scaffale perché ha saputo stupirmi e  parlarmi senza smettere mai.

“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti al risveglio ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato” Poë.

 

Doriana Lucia

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