Continua il viaggio di Doriana Lucia per le strade e le storie di Sofia. Buona lettura!
Un viaggiatore guarda la folla è lì da diverso tempo forse nemmeno lui ricorda. Sguardi, sorrisi, passioni, realtà immaginate primavere sbocciate; lo hanno sfiorato, incuriosito, ammutolito o sorpreso. Statue sedute curiose sulle panchine o appoggiate ad un palo ad aspettare; no non è un mondo di anime inanimate, ma l’estro artistico fissato nel bronzo per le strade di Sofia.
Profumo di arte in tutte le sue forme, la musica ti fa volteggiare all’uscita dalla metropolitana, un mimo ti porge una rosa, ed i colori dei quadri dipingono i numerosi mercatini che si trovano in piccole piazze.
Sofia non è la capitale che ti aspetti, scostante ed indifferente, piena di rumori, smog, gente che corre inseguita dal tempo, è una città che sa valorizzare la natura, la riflessione, la lettura e così nel parco antistante il Teatro Nazionale Ivan Vazov, vi è un chioschetto in vetro su due piani dove puoi barattare libri o semplicemente fermarti a leggere.
E nello stesso parco, panchine con scacchiere incorporate, per fermarsi ad aspettare qualcuno che voglia condividere con te questa passione.
E’ la valorizzazione del dialogo e dell’incontro.
Nel bel mezzo della città tra palazzi sontuosi e costruzioni di vari stili, Serdica, l’antica città, un complesso archeologico rinvenuto nell’ultimo decennio, avanzi di un insediamento Tracio del periodo di Hallstatt. Serdica deriva il suo nome dalla tribù tracia dei Serdi o Sardi sorse intorno alle sorgenti di acque termali tuttora sfruttate ; fu una delle città più importanti della Tracia e secondo Aureliano la città principale della provincia della Dacia Mediterranea.
Nell’anno 809 divenne parte del primo impero bulgaro e fu rinominata Sredets. Nel corso del tempo accrebbe la sua importanza e divenne centro di commerci e manifatture. Nel 1376 venne rinominata Sofia; il nome deriva dalla chiesa di santa Sofia, un altro gioiello della città.
Da sottolineare che la denominazione non ha nulla a che fare con la santa cristiana Santa Sofia, martire romana debulgarl II secolo, ma si riferisce alla “divina saggezza di Dio”. La statua di Santa Sofia costruita al centro della città, come suo simbolo, con le braccia aperte ad accogliere il popolo, è frutto quindi di un clamoroso equivoco.
La storia narra che nonostante gli amministratori del tempo fossero stati avvisati dell’errore interpretativo, non vollero sentire ragioni e proseguirono nel completamento dell’opera.
Realizzata dallo scultore bulgaro Georgi Capkanov e dall’architetto Kostantinov, la statua fu dunque portata a compimento e si erge oggi imponente su una colonna di 24 metri.
Dolcezza divina, leggerezza, mistero e sottomissione, cullano lo sguardo mentre ci si perde a guardarla.
Ricca di sorprese la Basilica di Santa Sofia, costruita sulle fondamenta di numerosi altri luoghi di culto risalenti ai primi anni del 4° secolo. Nel corso dei secoli molte chiese furono edificate per poi essere distrutte dalle invasioni di Visigoti ed Unni. Per tale motivo Giustiniano ordinò la costruzione di un nuovo edificio sacro, una basilica dedicata alla “sapienza di Dio”. Al tempo del dominio ottomano la chiesa fu trasformata in moschea essa conserva anche una ciocca di capelli del rivoluzionario bulgaro Vasil Levski. Al suo interno si può visitare un antico cimitero con numerosissime tombe, in buono stato di conservazione, vi sono alcuni bellissimi affreschi, sarcofagi in pietra, ma anche mosaici risalenti a tempi antichissimi.
Questa città contiene molti tesori e scoprirli è un viaggio che ti porta al di là del tempo, tra storie di piccoli e grandi eroi, gente dimenticata, fatiche quotidiane, che ti aspetti di poter incontrare voltando l’angolo ancora indaffarati a guerreggiare, amare, indugiare, immaginare, addormentarsi e risvegliarsi in un tempo che più non gli appartiene.
“Nei miei viaggi non ho trovato risposte solo meraviglie” scriveva Marty Rubin, e Sofia t’incanta donandoti la brama di possederla.
Doriana Lucia