Le tecnologie multimediali, l’aumento della velocità di trasmissione delle informazioni virtuali, la spettacolare diminuzione del costo di memorizzazione di un megabyte (da 70.000 dollari del 1950 a 1 cent del 2000) hanno modificato in maniera straordinario il nostro mondo.
Il settore dell’Educazione, che è poi il settore dove si trasferiscono conoscenze e competenze, è stato investito in pieno da questo tsunami.
Alla lezione frontale, che pur può essere paragonata, dal punto di vista del metodo, alle antiche lezioni dei sofisti nell’Agorà, si affiancano e si integrano, quotidianamente, piattaforme tecnologiche e supporti multimediali.
Il quadro è in progress.
Maggiore importanza e centralità sta conquistando, negli Istituti scolastici, ad esempio, l’Animatore Digitale, esperto e figura di raccordo tra il processo formativo e i nuovi strumenti multimediali.
All’interno di questo scenario la formazione Blended si legittima sempre più.
Con maggiore frequenza le Università nelle loro offerte formative parlano di Blended Learning. Lo stesso Programma Comunitario Erasmus+ parla di Mobilità Blended proponendo mobilità virtuale (magari attraverso la piattaforma per lo studio delle lingue straniere più parlate in Europa) e mobilità fisica.
Ma cosa si intende per formazione Blended?
Blended Learning in italiano può essere tradotto in apprendimento misto, apprendimento ibrido.
Apprendimento misto perché si fa riferimento, innanzitutto, ad un trasferimento di nozioni e di contenuti formativi che, come anticipato, non si esaurisce all’interno della classica, ma ancora presente, lezione frontale ma che va ad integrarsi con attrezzature informatiche (PC, smartphone, tablet) e supporti multimediali (DVD, piattaforme didattiche, software didattici…).
In effetti, moltissimi degli attuali processi di apprendimento si realizzano all’interno di un quadro misto, in un mix, cioè, tra lezioni virtuali e lezioni in presenza (frontale).
Negli anni ottanta il Consorzio Nettuno ci portava in casa, attraverso la TV, il docente universitario che noi ascoltavamo comodamente in pigiama. Quel che ci sembrava una straordinaria novità è oggi ampiamente superato.
La rivoluzione autentica è essere passati, per step successivi, dai “segni” su pietra ai “segni” di luce.
Sorvolando sulle faticose incisioni su pietra dei nostri primi antenati, sostituite in seguito dalla più tenera argilla, si sono via via abbandonati i rotoli di pergamena, cotone o papiro per arrivare ai testi su carta. L’ultima rivoluzione è quella virtuale. Dagli atomi della materia siamo giunti ai bit della multimedialità.
La formazione Blended integra atomi e bit.
La Learning Blended aumenta la possibilità di accesso a patrimoni informativi, a sistemi di conoscenze, all’Educazione, in definitiva, come possibilità aperta a più soggetti.