Se ne parla tra i banchi di scuola, a casa, se ne scrive nei post sui social e in rete sono molte e talora contrastanti le notizie sull’argomento: l’alimentazione ed il rapporto dei giovani con essa è oggetto di studi e applicazioni, un argomento che sia esperti del settore esaminano sotto la lente d’ingrandimento, sia “profani” si arrischiano ad avvicinare.
Talvolta oggetto di discussione e nei peggiori casi di aperta polemica verso le regole alimentari che secondo alcuni vengono ignorate da tutta una generazione che preferisce adottarne altre, il tema necessita di approfondimenti e non di banali notizie sentite qua e là per essere contrastato o appoggiato. Questo perché l’incredulità dei più grandi si manifesta di fronte alle nuove tradizioni culinarie che spopolano tra i più giovani ed è magari molte volte il pregiudizio di quelli che guardano con occhio diffidente le più recenti catene di junk food a scatenare incomprensioni. Allo stesso modo dall’altra parte si viene a creare un’esagerazione e la diffusissima trascuratezza di importanti e basilari principi nutrizionali risulta problematica. Si viene così a creare ancora una volta una divisione, fra coloro i quali gelosamente sono attaccati alle care regole alimentari che credono valide, ed un’ondata di progressismo culinario seguita per la maggiore dai giovani, che per rincorrere la tendenza non esitano a spingersi oltre il consentito. Come per ogni altra questione, la soluzione migliore sarebbe scendere a compromessi, e trovare punti in contatto tra le due diete, quella conformemente salutista e quella esageratamente progressista che sembrano inconciliabili; ma alla base di una scelta consapevole di un cibo piuttosto che un altro sta di certo la conoscenza del fabbisogno del nostro organismo e l’attento studio di tutte le sue necessità e degli alimenti che sono in grado di soddisfarle.
Seguite troppo alla lettera da alcuni, totalmente ignorate da altri, le regole che rendono funzionale e completamente attivo il nostro organismo partono dal presupposto che, in assenza di un solo alimento capace di fornire tutte le sostanze di cui abbiamo bisogno, la miglior soluzione è una dieta varia. Ma è la varietà di alimenti che assumiamo ad essere a volte fraintesa. Per varietà si intende una serie di alimenti che si compensano a vicenda, non un eccesso di alimenti. E la qualità di questi è determinante. Ciò che rende impossibile l’adozione di una dieta assolutamente equilibrata è forse il fuorviante e annebbiante intervento dei media, che dispensano consigli non sempre esatti, ma semplicemente inconsapevoli dei danni che potrebbero causare. Attratti dalla progressiva sperimentazione di nuovi gusti, a volte i giovani non si rendono immediatamente conto quanto valore abbia adottare un alimento al posto di un altro, ma ne avvertono le conseguenze con il tempo, quando una tantum diviene un’abitudine, e la sporadica assunzione di cibi improvvisati e non salutari un regime costante di alimentazione. E’ in questo caso che l’universo alimentare diviene il mondo degli eccessi e delle contraddizioni, degli squilibri e delle incomprensioni, dove non ci vuole molto per passare da una corporatura troppo robusta ad un’altra eccessivamente esile. Dove non c’è controllo e c’è esagerazione, cioè, prendono piede le patologie dell’alimentazione, quelle direttive sbagliate che il nostro cervello suggerisce e che portano ad aggravare anziché migliorare la nostra dieta. Dunque quando si dispensano consigli in merito, se non si è dietologi o esperti nel settore, occorre farlo con attenzione e consapevolezza, perché non bisogna dimenticare che mangiare non è soltanto un’esigenza fisica, ma è anche e soprattutto uno stimolo che parte dalla zona cerebrale. Con questo si intende che non soltanto la “gola” spinge a nutrirsi, ma anche una convinzione psicologica che indirizza le nostre scelte.
E se a orientare il nostro agire è un’idea sbagliata, di conseguenza alla convinzione si sostituisce una fissazione che è deterrente per l’organismo tutto e per il suo equilibrio. Perciò così come è un’esagerazione mangiare solo junk food, lo è parimenti una sbagliata considerazione delle regole nutrizionali, ed una lettura ortodossa di esse non sempre volta alla loro corretta applicazione. In fondo, quando si compila una tabella alimentare, bisognerebbe tener conto di più fattori: dell’attitudine di quell’organismo a mangiare tale alimento, alla propria condizione, ai propri gusti, e compiere una cernita, alla luce di quelle norme che consentono il corretto utilizzo del cibo senza cadere in eccessi o carenze. Molto spesso, nella mente di un adolescente, il pensiero della propria salute retrocede e al suo posto si impone la volontà di seguire a tutti i costi il modello dominante, così come può esserlo il frequentare un locale oppure mirare al raggiungimento di un peso e di un aspetto che vede sulle copertine di una rivista. Dunque è sempre un’insieme di impulsi sbagliati, fisici e psicologici, che conduce alla cattiva alimentazione e dalla creazione di idee sbagliate alla concretizzazione di tali convinzioni ci vuole davvero poco. Per questo, onde evitare squilibri, all’adulto spetta il compito di suggerire e mai di imporre, per quanto è lecito, un consiglio nel giusto e all’adolescente quello di distinguere falsità da verità, eccesso e carenza in un mondo in cui è difficile a volte orientarsi e l’umano dovere di avere più attenzione nei confronti delle proprie azioni ma soprattutto verso se stesso.