La Gran Bretagna dice no all’Europa…
Dice no all’Europa della pace, della tolleranza, dice no ai giovani dell’Erasmus, alla possibilità offerta a questi di coltivare il proprio sogno ovunque vogliano in paesi meravigliosi. Dice no alla ricerca, ai fondi sulla creatività, dice no al concetto che sono più le cose che ci uniscono che quelle ce ci dividono. Dice no all’accoglienza per tutti gli europei. Alla possibilità offerta loro di decidere dove lavorare o studiare. Dice no ad un sogno. Quello pensato da politici che hanno dedicato la vita a costruirlo. Ricucendo fratture centenarie e costruendo partendo dalle macerie di una guerra devastante. Gioire per questo è davvero triste. Come lo sono gli inglesi che oggi svegliandosi hanno capito che dire addio all’Europa significava dare addio alla propria stessa unità nazionale.
Gli inglesi prima hanno votato e poi su google hanno cercato di capire cosa fosse la UE. Quelli meno informati lo capiranno quando sapranno che Il Trono di Spade la famosa serie tv che a loro piace tanto è finanziata dal programma Creatività. Non si barattano i sogni sul banco delle soddisfazioni immediate. Non si innescano processi al buio al grido del tanto peggio tanto meglio. Il 75% dei giovani inglesi dai 18 ai 24 anni ha votato per rimanere in Europa. Mentre la totalità degli ultra sessantacinquenni ha votato per staccarsi. Chiamiamolo quindi per quello che è: un furto di futuro alle nuove generazioni. Un furto ai giovani che vedono L’Europa come orizzonte e destino. Che vogliono vivere, lavorare, studiare e innamorarsi in un posto più grande di quello dove sono nati e cresciuti. A loro dobbiamo delle risposte. Sono i loro sogni che l’Europa ha finanziato, è la loro energia, passione e creatività che la Gran Bretagna perde. È molto più facile distruggere che costruire. È molto più facile additare che proporre. L’Europa finanzia la ricerca, mette in moto energie e talenti, aiuta le regioni a ritardo di sviluppo, finanzia programmi di istruzione e di scambio. Non è tutta finanza e burocrazia. È la ricerca paziente e complessa di una convivenza possibile. È la certezza di una pace duratura, è la difesa dei consumatori ed è l’estrema istanza di una giustizia che guarda all’uomo. Dimenticarlo è assai grave e pericoloso.