Lì davanti alla scuola, a quel cancello si attendeva il cruciale trillo della campanella. Già timidamente si formavano le prime classi e gruppetti di alunni si avvicinavano ad altri, magari presentandosi o scambiandosi i numeri di cellulare. Nell’aria echeggiava il suono di risate nuove, così come i volti, pochi già a me noti.
Ricordo il primo giorno di scuola come un soffio d’aria fresca, come un nuovo inizio, principio di un percorso verso un’età più matura e consapevole. Il rapporto con i professori, positivo fin dal primo giorno, si è accompagnato alla piacevole e graduale scoperta di un universo culturale denso di significati, attraverso tappe affrontate mai con fatica ma interesse e dedizione.
Al termine di questo primo anno di scuola superiore, posso affermare di aver ampiamente sviluppato i propositi che inserii nel primo tema di italiano richiestoci dal professore, come nostra presentazione, ad esempio con la soddisfazione che provo nel fatto di essere entrato nella sfera greca e latina che mi interessava conoscere, e che ha determinato la mia scelta della scuola; oppure, un altro obiettivo raggiunto è stato l’ampliamento delle conoscenze al di fuori della sfera didattica, una conoscenza che non è nozione ma rapporto.
Parlo infatti di conoscenze umane, di legami che scopro sempre nuovi e interessanti. Aperto e pronto a tutto, all’inizio di quest’anno ho esplorato le persone con cui mi sono relazionato, dentro e fuori la classe, cercando di cogliere tutti i lati e le sfumature dei loro caratteri.
Chi mi trasmette allegria, mi conforta riesce anche solo con un sorriso o un messaggio a colpirmi, è stato protagonista di avventure di amicizia che hanno fatto maturare in me la consapevolezza di un mondo multiforme e stupendamente policromo, di cui ho scoperto di apprezzare tutto. Dalle uscite alle risate in classe, dai continui cambi di posto alle ricreazioni tra corridoio e secondo piano: quest’anno è stato una girandola di visi e di mani che non si è mai fermata.
Al di là delle conquiste relative alla sfera didattica, ciò che ho amato è stato l’ambiente e il bel rapporto che si è creato con alcuni della classe. Quest’anno è stato utile anche all’auto-osservazione di me in un ambiente e in un contesto completamente nuovi, in quanto non conoscevo bene nessuno della mia classe.
Quando sono entrato in questa scuola uno dei miei desideri più forti era proprio quello di trovare qualcuno che, in termini di amicizia, mi completasse e condividesse con me bei ricordi.
Adesso sono in possesso di questi ricordi, dopo averli vissuti appieno con occhio mai sazio di scoperta e li custodisco gelosamente. E non rimpiango nulla ma sono pronto a continuare con energica attenzione questo percorso di crescita che, man mano, fa luce sui miei veri interessi e mi fornisce il modo di coltivarli.
Quando si spezza un legame, se ne forma un altro: questo è stato uno dei miei fondamentali riferimenti che nel corso dell’anno mi ha conferito anche più sicurezza e sottratto forse un po’ di impulso nell’affrontare relazioni non sempre così lineari.
E’ proprio la mia disponibilità nell’ascoltare e capire gli altri che a volte si rivela eccessiva: forse è questo l’unico lato che di me ho cercato di correggere. Per un legame a cui tengo, infatti, do tutto me stesso, non di rado esagerando nel voler a tutti i costi interpretare ogni comportamento.
E’ che sono un osservatore, mi piace guardare senza però perdermi, mantenendo fissi alcuni punti di riferimento. Ciò che, infine, di più prezioso ho imparato quest’anno è stato l’apprendimento dell’equilibrio in un rapporto, l’adottare quella giusta distanza dalla quale sono in grado di esplorare e mettere a fuoco, ma non tanto vicina da disperdermi nel dettaglio.
Questa scuola mi ha accolto calorosamente ed il mio ringraziamento è questo: la volontà di continuare questo percorso fino alla sua ultima tappa, crescendo sia sul piano didattico che su quello umano, osservando e conservando emozioni ed esperienze.
In una parola, senza dubbio scoperta.