Ti trovi nella sala d’aspetto dell’aeroporto con un caffè in una mano e l’ansia nell’altra. Per rilassarti dai un’occhiata al mare di viaggiatori che ti accompagnano durante l’attesa. Di sicuro riconoscerai le seguenti 4 categorie:
1. IL NOSTALGICO:
Prima di partire, si congeda dal suo paese come Lucia dei Promessi Sposi nell’addio ai monti. Riempie la valigia di foto di parenti, amici, animali domestici e persino del suo salumiere di fiducia. Nei casi estremi ci infila l’enorme album della Prima Comunione – bruciandosi così metà del peso massimo consentito dalla compagnia aerea – da sfogliare nei momenti di nostalgia acuta. Di solito dopo una settimana vuole tornare a casa.
2. IL LIBERTINO:
In aeroporto, saluta la fidanzata con lacrimoni e promesse di matrimonio ma sull’aereo ci prova con la sua vicina di sedile.
E con tutte le donzelle che incontrerà durante il cammino.
Per giustificare il suo atteggiamento si appella a un fantomatico articolo di una speciale costituzione secondo il quale, quando si è a 800 km di distanza dal partner, non si può parlare di tradimento.
3. IL MINIMALISTA
Teorico del “less is more”, arriva in aeroporto munito di un minuscolo zainetto contenente soltanto la carta di identità, lo spazzolino da denti e un quotidiano. “Il resto lo compro sul posto, non ti preoccupare” risponde alla mamma perplessa e attonita.
E così al ritorno è costretto a pagare una sovrattassa di 50 euro perché il bagaglio ha superato il peso consentito.
L’AVVENTURIERO (PIÙ O MENO)
Conosce a memoria “Sulla Strada” e considera il viaggio come l’occasione per mettere in pratica i comandamenti del suo mito Kerouac. Ha il sacco a pelo nonostante abbia prenotato un albergo a 5 stelle perché “il viaggio comincia nell’anima e l’anima è scomoda”. Dopo la seconda notte insonne rimette il sacco a pelo in valigia e si addormenta sbuffando. Dopo tutto Kerouac non è poi questo grande scrittore.